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REGGIO CALABRIA. Bronzi di Riace, nuove ricerche e scoperte.

Il gruppo di ricerca dei professori Koichi Hada e Takashi Matsomoto dell’Università Cristiana Internazionale di Tokyo, sta studiando e ricostruendo secondo il sistema antico i Bronzi di Riace. Gli esperti hanno deciso quindi di utilizzare per la prima volta una tecnica diversa dalla fonderia, attenendosi il più possibile ai metodi del tempo. Uno studio empirico e concreto, tanto da scegliere di riprodurre a mano persino le terre di fusione delle statue, impastando insieme stoffe, peli e addirittura sterco di animale, proprio come 2500 anni fa.
Le sagome sono state modellate a mano fino a creare due copie praticamente identiche agli originali. Tutto ciò studiando e osservando, con precisione microscopica, ogni più infinitesimale dettaglio.
L’obiettivo finale è capire come davvero furono forgiati i capolavori che da sempre sono avvolti dal mistero: chi, dove, quando, come. I risultati ottenuti sono strabilianti.
Lo scorso giovedì infatti, durante il Convegno Internazionale organizzato al MArRC di Reggio Calabria, sono stati portati alcuni esempi che rispecchiano alla perfezione i due guerrieri. Durante l’evento, inoltre, l’archeologo e docente dell’Università di Messina, Daniele Castrizio è intervenuto a proposito di una nuova scoperta: “Un’altra notizia riguarda il colore dei Bronzi. Quando si trovavano a Roma, dal primo secolo a.C fino all’inizio del quarto, non erano del colore originario dorato, ma neri lucidi. Quest’informazione l’abbiamo ottenuta grazie a uno studio dell’Università del Salento la quale ha individuato una patina di zolfo mai rinvenuta prima. Anche in questo caso, mediante il professore Hada, si è trovata la soluzione: si trattava di una pittura che serviva a nascondere tutti i restauri fatti”.
Dopo quarantasei anni di studi sulle due statue non può ancora considerarsi chiuso il cerchio, ecco che si aprono sempre nuovi fronti di indagine.
Il Convegno Internazionale, ha quindi permesso di fare il punto della situazione mettendo in contatto i vari studiosi di tutto il mondo.
“Sono qui oggi alcuni dei maggiori docenti internazionali”, ha affermato Castrizio, nel saluto iniziale ai partecipanti. “È il primo convegno scientifico a Reggio Calabria, e si svolge qui, nella casa dei Bronzi, dove si fa ricerca e cultura”. Sono intervenute per un saluto autorità politiche e amministrative, tra cui la vice presidente della Camera dei Deputati Mara Carfagna, oltre a rappresentanti del mondo accademico reggino.
“Qui si fa ricerca dal vivo, con un’offerta culturale ricca e composita. La nostra risorsa strategica è la conoscenza. Non si può tramandare ciò che non si conosce”, ha affermato l’assessore comunale alla Cultura e alla Valorizzazione del patrimonio, Irene Calabrò. E ha aggiunto: “I Bronzi di Riace sono il motivo principale per cui i turisti visitano Reggio. Grazie alla vitalità di questo Museo, l’area dello Stretto sta diventando un luogo importante di dialogo nel Mediterraneo”.

Autore: Filomena Merola

Fonte: www.qaeditoria.it, 29 ott 2018

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