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POGGIORMARINO (Na). Nuovo presidio per salvare gli scavi.

Un nuovo presidio permanente per gridare nuovamente le ragioni della protesta contro la chiusura degli scavi di Longola. Gli attivisti dei gruppi archeologici e gli operai della ditta titolare dei lavori nell’area archeologica hanno ripreso l’altro ieri sera l’occupazione del sito contro le istituzioni «finora sorde alle nostre rivendicazioni».
«Siamo molto arrabbiati – riferisce Gennaro Barbato, in prima linea nel sit-in – perché non vediamo risultati concreti finora, ma solo chiacchiere. Non ci accontentiamo delle promesse della politica, vogliamo dei documenti scritti che attestino l’impegno delle istituzioni a tutelare e valorizzare questo sito che, lo ricordiamo, è di rilevanza mondiale».
I manifestanti sono in attesa di buone nuove anche dall’incontro di stamane tra il sindaco di Poggiomarino Leo Annunziata, il vice presidente della Regione Campania Giuseppe De Mita e il soprintendente ai Beni archeologici di Napoli e Pompei, Teresa Elena Cinquantaquattro. Proprio dopo la decisione di quest’ultima di interrare i circa 130 mila reperti finora rinvenuti è partita la protesta delle associazioni. Mancano infatti i fondi necessari a completare i lavori di scavo. Dopo due settimane di manifestazioni pubbliche, incontri, tavoli istituzionali, tutto tace dal Ministero della Cultura. Solo il dicastero di via del Collegio Romano potrebbe infatti stanziare i fondi necessari al proseguimento degli scavi.
«Siamo davvero sconcertati – è l’accusa dei manifestanti – per il silenzio del ministro Ornaghi nonostante le nostre ripetute sollecitazioni». Intanto, è già pronto un documento contenente un appello lanciato dal gruppo archeologico “Terramare 3000”, da 12 anni in prima linea per il sito di Longola, rivolto ad associazioni, forze politiche, testate giornalistiche e semplici cittadini per chiedere al ministro Ornaghi un impegno concreto per Longola.
Si quantifica in circa due milioni di euro l’investimento che il governo dovrebbe fare per completare i lavori di scavo e portare alla luce l’antico villaggio dell’età del Bronzo costruito dal popolo dei Sarrasti.
Dal canto suo, la Regione Campania attraverso il vice di Caldoro ha assunto l’impegno a stanziare quanto in suo potere almeno per la valorizzazione del sito. Proprio su questo tasto battono ora gli attivisti.
«Ci aspettiamo – spiega Linda Solino, responsabile di “Terramare 3000” – che nell’incontro di domani vengano prese in seria considerazione le proposte formulate in tanti anni di attivismo per la salvaguardia e la valorizzazione di Longola. Pensiamo a un centro sperimentale di archeologia e ad aree fruibili per i turisti». Intanto, nel freddo delle campagne di Poggiomarino i manifestanti sono pronti a dare di nuovo battaglia.
«Non ci muoveremo di qui finché non sarà garantito il futuro di Longola e dei 24 operai licenziati» annunciano gli attivisti.

Fonte: Il Giornale di Napoli, 26/01/2012

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