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NAPOLI. Fundraising, patrimonio artistico e culturale.

Il fundraising può aiutare a ridare al nostro patrimonio storico una seconda vita? A mio avviso sì. Musei e parchi archeologici possono essere il volano per economia, turismo, commercio e questo sembra chiaro anche a molti direttori di musei italiani privati. Per esempio, al Peggy Guggenheim di Venezia, i fondi per il funzionamento del museo arrivano dalla vendita dei biglietti d’ingresso, dalle azioni di marketing e dal fundraising. Perché la stessa cosa non accade nei musei pubblici, e in particolar modo, in quelli di proprietà del Ministero dei Beni Culturali?
Su questo, ho provato a fare una riflessione con Gabriel Zuchtriegel, archeologo tedesco e professore universitario, attuale direttore del Parco Archeologico di Paestum, struttura di proprietà del MIBACT.

Quando si parla di valorizzazione e cura del patrimonio artistico ci si scontra con le questioni di bilancio e con una frase classica italiana: “non ci sono soldi”. Secondo lei, perché nel settore culturale l’uso del fundraising e del marketing, in Italia, non è diffuso?
Ci sono una serie di motivi, a cominciare dalle strutture gestionali… ma quello che importa è che ora con la nuova riforma, promossa dal Ministro Dario Franceschini, c’è la possibilità di voltare pagina. Non solo che i musei hanno più autonomia nella gestione e nella comunicazione; è esplicitamente previsto che ogni museo disponga di un responsabile per il fundraising. Inoltre ci sono sgravi fiscali per chi dona a istituti di cultura.
Perché un privato cittadino, che già paga le tasse per il funzionamento delle Istituzioni, dovrebbe finanziare i progetti di un museo pubblico?
Per contribuire al rilancio di un territorio, nel quale il museo funge da nodo e da attrattore. Il mero funzionamento non basta, noi siamo interessati in uno sviluppo dinamico: dobbiamo far vedere che una donazione a un luogo di cultura è una sorta di investimento.
Ha mai provato a chiedere donazioni per progetti del museo? Quale è stata la reazione?
Estremamente positivo. Abbiamo già donatori interessati a contribuire al rilancio di Paestum, il nostro staff lavora a forze piene ai progetti tecnici.
Cosa si potrebbe fare in Italia per rendere facili le donazioni ai musei?
La riforma di Franceschini ha creato il framework, noi adesso dobbiamo riempirlo di vita. Dobbiamo instaurare un dialogo reciproco con i privati, far vedere che con il loro sostegno possono contribuire in maniera diretta alla crescita culturale ed economica del paese.

Autore: Raffaele Picilli

Fonte: www.volontariatoggi.info, 9 feb 2016

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