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MONTALTO DI CASTRO (Vt). Vulci emerge una statua di leone alato.

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Il leone alato scoperto a vulci. Foto concesse dal Parco archeologico di Vulci.

Nuova, eccezionale scoperta dagli scavi archeologici di Vulci, una delle maggiori metropoli dell’Etruria meridionale in provincia di Viterbo, quella di una statua raffigurante un leone alato. La splendida scultura etrusca è scolpita sapientemente nel nenfro, la grigia pietra vulcanica locale, ed è stata rinvenuta nella Necropoli dell’Osteria, una vasta area cimiteriale a nordovest del pianoro urbano, nota per aver restituito numerose ed importanti testimonianze funerarie come la Tomba della Sfinge e quella delle Mani d’Argento.
“Il leone alato è una raffinata testimonianza – spiega il direttore scientifico di Fondazione Vulci, Carlo Casi – di quella che fu una tradizione propria della produzione artistica vulcente del VI secolo a.C. In questo periodo botteghe vulcenti scolpirono sfingi, leoni, pantere, arieti, centauri e mostri marini, vigili guardiani della quiete eterna dei morti. Ma già intorno al 520 a.C. la produzione di queste statue venne a cessare, forse nel tentativo di porre un limite alle ostentazioni di lusso ormai ritenute inopportune”.
La raffigurazione dei grandi felini attraversa la storia dell’uomo mantenendo intatta la sua simbologia di forza, potenza e regalità. Spariti in tempi antichissimi dalla fauna italiana compaiono nel mondo antico e tra gli Etruschi grazie alla circolazione di beni e di idee che caratterizza i primi secoli del primo millennio a.C. Secondo la tradizione orientale, oltre ad essere rappresentati in maniera naturalistica, i grandi felini possono assumere caratteri fantastici, spesso alati, o con caratteri compositi, ad esempio con testa umana. Ma al di là del linguaggio figurativo usato, le sculture di pantere e leoni non sono semplici decorazioni ma si inseriscono nella ritualità e nella mitografia del mondo antico, come nella tradizione dei leoni a guardia delle porte, sia quelle concrete delle città, sia quelle spirituali del mondo dei morti.
Gli scavi, condotti dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale insieme alla Fondazione Vulci e con la collaborazione del Comune di Montalto di Castro, continueranno per tutto il 2019.

Fonte: www.ansamed.it, 23 lug 2019

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