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Michele Zazzi. Monetazione etrusca di Volterra.

volterra

La monetazione in Etruria ebbe inizio verso la fine del VI ed i primi anni del V secolo a.C. ma venne realizzata con modalità diverse da città a città relativamente alle tecniche di produzione, al periodo di emissione ed ai metalli utilizzati.
Gli studiosi sono concordi nell’attribuire a Volterra tre serie di monete in bronzo fuse (cioè realizzate colando in appositi stampi il metallo fuso) tutte caratterizzate dalla testa giovanile di Culsans (divinità etrusca delle porte, dei passaggi e dei cicli del tempo) sul dritto e dalla leggenda Velathri (Volterra) al genitivo sul rovescio.
La serie cd. “del valore” con testa giovanile imberbe bifronte di Culsans e con copricapo a punta (petaso) sul dritto; segni di valore intorno alla leggenda Velathri sul rovescio.
volterraLa serie “della clava” con la stessa testa bifronte e con copricapo più a punta della serie precedente sul dritto; clava al centro, ai lati segni di valore e intorno la solita leggenda sul rovescio.
Serie cd. “del delfino” con testa bifronte come nelle serie precedenti ma con copricapo molto appuntito sul dritto; al centro delfino, ai lati segni di valore e intorno la leggenda riferita a Volterra sul rovescio.

Da quanto risulta sono stati ritrovati circa 600 esemplari di monete volterrane; della serie del valore e di quella della clava risultano tutti i nominali (dupondio, asse, semisse, triente, quadrante, sestante, oncia), della serie del delfino abbiamo il dupondio, l’asse ed il semisse. In tutti i casi si tratta di monete realizzate con la tecnica della fusione, non risultano monete volterrane prodotte con il metodo della coniazione (utilizzando cioè la pressione del conio su un tondello già solidificato).
La circolazione delle monete di Volterra, salvo rare eccezioni, sembrerebbe limitata al territorio politicamente e culturalmente dipendente dalla città etrusca (si segnalano ritrovamenti a Volterra, Cecina, Casole d’Elsa, San Gimignano, Colle Val d’Elsa, Monteriggioni, Siena, etc….).
I contesti di ritrovamento (prevalentemente funerari) consentono di individuare il periodo di circolazione delle monete di Velathri dall’inizio del III fino all’inizio del II secolo a.C.
volterraIl piede ponderale su cui si basano le monete etrusche ivi comprese quelle di Volterra è molto controverso tra gli studiosi. Prevale la convinzione che gli Etruschi avessero sistemi ponderali diversi dai Romani. In considerazione dei pesi etruschi noti, le serie del valore e della clava sarebbero caratterizzate da una media ponderale rispettivamente di g 146,58 e 147,16 (pari cioè alla metà circa della libbra leggera etrusca indicata in g 286,5 secondo gli studi di Adriano Maggiani). La terza serie registrerebbe un’ulteriore piccola riduzione e si attesterebbe sui 132,26 grammi di media.

Sulla monetazione etrusca di Volterra cfr, tra l’atro:
– Magdi A. M. Nassar, La Monetazione di Velathri. Storia e Monete di Volterra etrusca in Rivista d’Arte e di Cultura, Accademia dei Sepolti, 2016, pagg. 21 e ss.;
– Fiorenzo Catalli, Monete Etrusche, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, 1998, pagg. 91 e ss.

Di seguito le immagini delle monete volterrane della serie del valore, della serie della clava e della serie del delfino.

Autore: Michele Zazzi – michele.zazzi@alice.it

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