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LEDRO (Tn). Lago di Ledro senz’acqua: palafitte a rischio dopo 4.000 anni.

ledro

Le palafitte del lago di Ledro, località trentina spesso meta di viaggi da parte dei turisti bresciani, sono a rischio dopo 4mila anni. A denunciarlo pubblicamente, e con un esposto alla Procura, è l’associazione Amici della Terra dell’Alto Garda e Ledro, che ha deciso di portare all’attenzione di tutti il problema.
A causare la situazione è il repentino abbassamento dei livelli del lago, causato anche dalla necessità di alimentare la Centrale idroelettrica di Riva del Garda, che ha esposto il sito palafitticolo al rischio di un disastro: non solo ambientale, a causa del già delicato microsistema biologico del lago, ma anche storico e culturale.
L’assenza di acqua, infatti, ha portato all’emersione delle palafitte, che ora rischiano di degradarsi velocemente a causa dei batteri. Da qui la decisione del gruppo di presentare un esposto alla procura di Rovereto.
ledroAlla Procura della Repubblica di Rovereto
ll sottoscritto Paolo Barbagli, presidente dell’Associazione ambientalista “Amici della Terra dell’Alto Garda e Ledro” espone:
– il lago di Ledro, principale attrazione turistica della Valle, costituisce un microsistema biologico molto delicato, già messo a dura prova dai prelievi che la Hydro Dolomiti Energia effettua per alimentare la Centrale Idroelettrica di Riva del Garda.
Da alcune settimane si osserva una drastica riduzione del livello dell’acqua, motivata, da informazioni ufficiose raccolte, dalla necessità di effettuare dei lavori nella centrale di Riva.
Sembra che il Comune di Ledro, principale responsabile della salubrità e della conservazione dello specchio d’acqua, non abbia minimamente valutato l’impatto di questo abbassamento sull’ecosistema del lago.
I primi effetti, evidenti a tutti, sono costituiti dall’emergere dei pali delle Palafitte di Ledro, di oltre 4.000 anni, prezioso museo all’aperto e memoria della storia di Ledro, che – esposti all’aria – subiscono un degrado gravissimo ad opera dei batteri. Non sappiamo nemmeno se la Sovrintendenza dei Beni Archeologici sia stata informata del “prosciugamento” per poterne prevenire gli eventuali e prevedibili effetti negativi sui reperti di notevole valore archeologico e storico.
Altra conseguenza gravissima è costituta dalla moria di milioni di organismi bivalvi, evidente nella documentazione fotografica che si allega, il cui compito principale è quello di depurare le acque e la cui scomparsa produrrà inevitabilmente un impoverimento del lago per la mancata depurazione operata da questi organismi.
Tutto ciò premesso, il sottoscritto in nome e per conto della propria Associazione chiede che codesta Illustrissima Procura della Repubblica valuti se, per i fatti sopra evidenziati, siano configurabili delle ipotesi di reato, in particolare per il danneggiamento del lago di Ledro e dei beni archeologici che costituisce bene demaniale oltre che patrimonio storico ed ecologico per l’intera comunità di Ledro. Si allega documentazione fotografica.
Riva del Garda, 25.1.2020
Paolo Barbagli, Presidente degli “Amici della Terra dell’Alto Garda e Ledro

Fonte: www.bsnews.it, 7 feb 2020

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