Archivi

ISOLA DEL GIGLIO (Gr). Rivuole il suo elmo etrusco trafugato nel 1982.

Era il 1961 quando il sommozzatore inglese Reg Vallintine, che aveva una scuola di immersione all’Isola del Giglio, scopri’ un relitto del 600 a.C. in acque profonde al largo di Secca Pignocchi, nella baia del Campese. Il relitto conteneva manufatti provenienti da tutto il mondo di origini greche ed etrusche. Nel luglio del 1962, Vallintine si immerse con il subacqueo tedesco Frans Gradl. E proprio allora fu rinvenuto un elmo etrusco in bronzo.
Per il suo altissimo valore l’elmo e’ stato conservato in una cassetta di sicurezza in Germania fino al 1982. L’ultima persona a vederlo e’ stato l’archeologo dell’Universita’ di Oxford, Mensum Bound che si era messo sulle tracce del prezioso oggetto per riportalo al Giglio. L’elmo originale, infatti, era in bronzo e decorato con serpenti come sopracciglia e cinghiali sulle guance. Gli archeologi lo hanno definito come il miglior esempio del genere dall’antichita’.
A distanza di cinquant’anni il Comune di Isola del Giglio vorrebbe ritrovare l’elmo per farne un simbolo dell’isola e collocarlo nel nuovo Museo Mineralogico ed Archeologico. Purtroppo Gradl e’ scomparso e tutti gli sforzi per rintracciare la sua famiglia sono falliti. Per cinque anni (1982-1986) Bound ha guidato un team che ha scavato i resti del relitto. E proprio per segnare l’inizio della ricerca, venerdi’ 27 luglio alle 17.30, nella sala del Consiglio della Rocca Pisana a Giglio Castello sara’ presentata un’opera in bronzo realizzata dal Maestro Mario Brandaglia, per richiamare una sorta di copia dell’originale e sara’ oggetto di una conferenza di studio, intitolata ”L’elmo etrusco del Campese. Cinquant’anni dopo l’Isola del Giglio sulle tracce della storia”.

Fonte: Adnkronos, 25/07/2012

Segnala la tua notizia