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Giovanni CIARROCCHI. Considerazioni sull’area santuariale di Cupra Marittima.

Le notizie sul culto della dea Cupra, nella tradizione classica, sono riportate da Asinio Pollione, dal geografo Strabone e dal poeta Silio Italico.
Il passo di Strabone, riportato anche da T. Mommsen, aiuta a chiarire la natura divina della dea e l’attribuzione della fondazione: “… secundum Strabonem a Tuscis condita est et nuncupata ab aede Cuprae deae …”
Nella traduzione del testo greco, Mommsen attribuisce agli Etruschi la fondazione della città che prende il nome dal santuario della dea Cupra. Va pertanto presa in considerazione l’ipotesi di Giovanni Colonna la quale, dopo aver restituito la giusta importanza al passo di Strabone sulla fondazione cuprense, associa l’edificazione etrusca del santuario di Cupra (fine del VI secolo a.C.) agli eventi politico-militari che hanno portato all’impresa etrusca di Cuma nel 524 a.C.
Dopo la conquista romana inizia il processo di urbanizzazione del santuario e successivamente alla guerra sociale esso si ampliò fino a diventare città, con l’istituzione a municipium retto da duoviri e da aediles. In età sillana fu trasformata in colonia.

Leggi tutto nell’allegato: Il santuario_di Cupra

Autore: Giovanni Ciarrocchi, Archeoclub di Cupra Marittima – giovciar@alice.it

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