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Gigliola Antonazzi. Le “Brotlaibidole” o idoli a forma di pagnotta.

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Forse le tavolette enigmatiche non solo poi tanto un enigma. In lingua tedesca vengono dette “Brotlaibidole”, idoli a forma di pagnotta, ma è possibile che questi manufatti abbiano più a che fare con aspetti pratici, legati agli scambi fra antica e media Età del Bronzo, piuttosto che con la sfera del sacro.
Questi oggetti, spesso ritrovati in frammenti, possono ricordare altri mondi lontani nel tempo, come quello del Vicino Oriente Antico prima dell’emergere della scrittura e dell’Egeo prima della comparsa di sistemi scrittori. In questi ambiti la scrittura fu anticipata da sistemi di comunicazione, ad uso e consumo della nascente burocrazia locale, caratterizzati dall’impiego di timbri da imprimere sull’argilla per sigillare contenitori, sacchi o porte, oppure altre tipologie di manufatti fittili che viaggiavano con le merci, come bolle di consegna (bulle/bolle, i token/gettoni….).
In tali ambiti, dopo ever escogitato timbri per sigilli e bolle, proseguirono fino ad arrivare allo scrivere.
Nel caso delle tavolette enigmatiche e dell’ampio areale in cui sono state ritrovate non si è, invece, verificato quel passo in più, verso una vera e propria scrittura, fino a che si giunse alla colonizzazione da parte degli egei, dal VIII secolo a.C. e lo sbarco del primo alfabeto, quello greco.
Allego a questo post:
– La traduzione di un articolo di Kristina Mihovilić* in cui si analizzano le tavolette enigmatiche trovate nei castellieri e quella emersa nella Grotta Gigante (TS)
– Le immagini delle tavolette enigmatiche ritrovate nel Caput Adriae, più qualche esempio proveniente da altre aree in qualche modo in comunicazione con alcuni castellieri (come ad esempio il sito palafitticolo di Molina di Ledro, scavato da Raffaele Battaglia**).
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*Da “Brotlaibidole – tavolette enigmatiche – tavolette con impronte di timbri dal sito di Monkodonja” di Kristina Mihovilić, in Monkodonja 3 (2020)
“Tavolette enigmatiche con caratteri stampati, o Brotlaibidole, sono viste come un tipo speciale di simbolo o portatore di informazioni di contenuto specifico in un sistema di comunicazione ampiamente utilizzato, che fu gradualmente conosciuto da varie culture o gruppi europei durante la prima e media Età del Bronzo. Furono in uso per alcuni secoli, anche se sembra che il loro utilizzo cessò all’inizio o nel corso del XV secolo a.C..
Per quanto riguarda la funzione degli idoli a forma di pagnotta, si potrebbe supporre che questi primi documenti di comunicazione registrati nell’argilla utilizzando simboli codificati fossero registri o tabelle di calcolo, o numeriche, rotti intenzionalmente dopo l’uso o dopo la conclusione di uno scambio, o dopo la conclusione di una transazione di scambio o commerciale e dei relativi calcoli.
Ciò è dimostrato dagli esemplari di Monkodonja, che sono stati ritrovati solo come frammenti. La loro scoperta dimostra anche che gli abitanti di questo luogo erano attivamente coinvolti nella rete di comunicazione per il traffico merci tra l’Italia settentrionale e le regioni lungo il Danubio fino alla Romania.
È interessante notare che gli idoli a forma di pagnotta non sono rappresentati in gran numero solo nella Gradina di Monkodonja ma si trovavano, in genere, soprattutto negli insediamenti in cui si svolgevano diverse attività e in cui artigiani e commercianti si scambiavano materie prime, semilavorati e semilavorati e prodotti finiti, nonché conoscenze.
Interessante sembra uno studio di Maurizio Battisti, che ha effettuato confronti tra le aree di distribuzione degli idoli a forma di pagnotta e le aree con principali giacimenti di minerali di rame e stagno in Europa. Sulla base delle zone di concentrazione dei tipi di Brotlaibidole più frequentemente rappresentati, secondo la classificazione di Carafa, egli postulò le aree di origine per alcuni tipi di idoli a forma di pagnotta.
I Brotlaibidole di Monkodonja e il reperto della grotta “Briškova jama/Grotta Gigante”, che tipologicamente – come mostrato sopra – appartengono secondo Carafa al gruppo 1, avrebbero la loro area di l’origine era nella Slovacchia sudoccidentale, gli esemplari del gruppo 7 nell’alto Danubio e quelli del gruppo 4 nell’Italia settentrionale, soprattutto in Veneto e attorno al Lago di Garda, anche se la diffusione dovrebbe differire dal Bronzo Antico a quello Medio.
Per le tavolette enigmatiche di Vrčin e Sv. Bartolomej di Cherso, che secondo Carafa appartengono al gruppo 5, l’origine può essere ricercata nell’Italia settentrionale o nel Veneto.
A giudicare dalla funzione presunta degli idoli a forma di pagnotta e dalle mappe di distribuzione, si è tentati di considerare i ritrovamenti delle tavolette enigmatiche nella regione dell’Adriatico settentrionale (cioè in Istria, sull’isola di Cherso e nella Briškova jama/ Grotta Gigante presso Trieste) con le isole di stagno e ambra – Cassiteridi ed Elektridi – menzionate nelle fonti antiche (e non ancora localizzate con precisione) (vedi Aristotele De mirab. auscult. 105; Pseudo- Skylax 21; Pseudo-Skymnos 369-394).
I ritrovamenti degli idoli a forma di pagnotta, soprattutto quelli provenienti da Monkodonja, confermano il ruolo del sito quale luogo di importanza sovraregionale all’incrocio delle vie di trasporto a lunga percorrenza. L’insediamento collinare fortificato di Monkodonja si sviluppò come scalo lungo una rotta marittima, come punto di trasbordo e commercio di merci, come ad esempio l’ambra dopo un lungo viaggio dal Mar Baltico o lo stagno e probabilmente anche il rame dall’Harz della Germania centrale, o dai Monti Metalliferi slovacchi, che avrebbero dovuto essere spedite da qui o dall’Istria via mare verso il Mediterraneo.”
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**Link alle foto dell’allestimento del Museo della Natura e dell’Uomo di Padova, che propone alcuni dei materiai emersi dagli scavi di Raffaello Battaglia:
Sito Palafitticolo di Molina di Ledro, Età del Bronzo (2° mill. a.C. – BA->BM)-> https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10160022323853585&id=538963584
Reperti da Molina di Ledro e altri siti scavati dal Battaglia -> https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10160022735233585&id=538963584

Autore: Gigliola Antonazzi 21 gen 2024

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