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EGITTO. Un enorme sarcofago scolpito nella quarzite 2600 anni fa.

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Un enorme sarcofago di un alto funzionario del faraone Psammetico I (… – 610 a.C.) è stato trovato dagli archeologi egiziani nel corso di uno scavo preventivo per la realizzazione di un ospedale universitario che si sta svolgendo a Banha, una città di circa 146000 abitanti, che si trova nella regione del delta del Nilo, sulla riva destra del ramo Fatnitico, a circa 48 km a nord del Cairo.
Alla periferia nord di Banha, in una località chiamata Tell Atrib, si trovano le rovine della antica città di Atribi.
Il professor Mohamed Al-Saidi, direttore dell’Ufficio Scientifico del Segretario generale del Consiglio Supremo di Archeologia, ha sottolineato che il sarcofago è stato scolpito nella quarzite, risale all’epoca di re Psammetico I e pesa circa 62 tonnellate. Una prima ricognizione condotta sul gigantesco manufatto ha permesso di stabilire che il sarcofago apparteneva al supervisore dei libri del regno della 26esima dinastia. Sotto il coperchio del sarcofago stesso sono state trovate incisioni con i sigilli del faraone.
Il Dr. Mustafa Waziri, segretario generale del Consiglio Supremo di Archeologia, ha chiarito che il sollevamento e lo spostamento della bara sono stati effettuati secondo rigide basi scientifiche sotto la supervisione degli specialisti del Consiglio Supremo dell’Archeologia e del Grande Museo Egizio.
Il Consiglio Supremo dell’Archeologia continuerà i lavori fino a quando ogni antico manufatto sarà recuperato dal terreno sul quale sorgerà la struttura ospedaliera. Fino ad ora altri particolari sulla scoperta non sono stati comunicati. Nulla è stato detto della mummia o del corredo. La comunicazione da parte dell’autorità archeologica egiziana riguarda, per ora, soltanto il ritrovamento ed il recupero del sarcofago. Altre informazioni saranno date nei prossimi giorni, durante una conferenza stampa.
Psammetico I – al cui servizio lavorava l’alto funzionario qui sepolto – è considerato, da molti storici, il fondatore della XXVI dinastia; con lui inizia quello che viene chiamato Periodo tardo. A questo sovrano viene attribuita la riunificazione dell’Egitto dopo un periodo caotico e il frazionamento politico che avevano caratterizzato il Terzo periodo intermedio. Psammetico ebbe un regno notevolmente lungo: 54 anni come riportano Sesto Africano ed Erodoto mentre Eusebio di Cesarea gliene attribuisce solamente 45; comunque il suo regno è ben attestato da varie fonti non solo egizie ma anche assire.
Figlio di Necao I di Sais ottenne dagli occupanti assiri, grazie alla fedeltà del padre, il governo della città di Atribi, nei pressi del luogo in cui è stato trovato in questi giorni il sarcofago.
Dagli annali assiri sappiamo che il padre di Psammetico era capo di una confederazione di venti principi del delta dell’Egitto, confederazione approvata da Esarhaddon e confermata, poi, da Ashshurbanipal, confederazione che venne sconfitta dall’ultimo sovrano della XXV dinastia, Tanutamani, a sua volta sconfitto, e costretto a rifugiarsi in Nubia, dall’esercito assiro.
Alla morte del padre, caduto nella battaglia contro Tanutamani, Psammetico venne, in un primo momento, deportato in Assiria e poi rinviato in Egitto ad occupare il trono del padre. Lo storico greco Erodoto narra come la salita al potere di Psammetico sarebbe da mettere in relazione con la guerra da lui condotta contro una Dodecarchia, una lega di dodici principi egizi. Questa versione contrasta però con gli annali assiri.

Fonte: www.stilearte.it 4 mar 2024

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