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CROTONE. In Calabria è stata trovata una navicella nuragica che sembra un “portacontainer”.

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Come dimostrano gli studi, i Nuragici portarono avanti numerosi traffici con le altre zone d’Italia, mentre in Sardegna arrivavano prodotti, anche molto pregiati, dal Continente. Sicuramente è stato il caso dell’ambra, giunta da noi dall’Italia peninsulare ma a sua volta proveniente dal lontanissimo Baltico. Come racconta Alberto Caocci nel suo libro “La Sardegna” (Edizioni Mursia), infatti, ne sono stati trovati dei chicchi nel villaggio di Romanzesu a Bitti (nel Nuorese) e un’intera, bellissima collana nel nuraghe Attentu di Sassari.
In Calabria, invece, nei pressi di Crotone, a capo Colonna, vicino a un tempio greco è venuta alla luce nel 1987, grazie a degli scavi, una navicella nuragica bronzea di 26 centimetri, che rappresentava in scala una nave mercantile di grandi proporzioni, una sorta di “portacontainer”. Per comprendere quali dovessero essere le sue grosse dimensioni, basta osservare il piccolo spazio occupato dal carro trainato dai buoi, sul lato. Una grande novità per quei tempi, poi, (stiamo parlando VII-VI secolo a.C.), è rappresentata sicuramente dalle tre murate dotate di grandi finestre, alle quali i passeggeri potevano affacciarsi senza rischiare di cadere in acqua.
La navicella faceva parte dell’insieme di oggetti votivi e doni sacri portati dai pellegrini al Santuario di Hera Lacinia, il cosiddetto “Tesoro di Hera” e che proviene in gran parte dagli scavi condotti sul Parco Archeologico di Capo Colonna. E’ uno tra i reperti più interessanti e misteriosi del Tesoro di Hera, in cui spicca anche il famoso Diadema Aureo.
La barchetta in bronzo – come spiegano gli esperti del Gruppo Archeologico Krotoniate – è in chiaro stile nuragico e riprende lo stile delle navicelle in bronzo opera della civiltà nuragica, che ha avuto il suo sviluppo autoctono in Sardegna tra il secondo ed il primo millennio a.C., fino all’occupazione (parziale) dei Cartaginesi nel 510 a.C. e poi dei romani nel 238 a.C.
Oggi il prezioso reperto si trova nel Museo Archeologico di Crotone.

Fonte: www.vistanet.it, 29 ott 2022

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