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CIVIDALE DEL FRIULI (Ud). In giardino spunta la necropoli romana.

Una scoperta assolutamente fortuita, del tutto inattesa. Un ritrovamento – di straordinario valore – che ha ridisegnato, o meglio arricchito di un significativo tassello, il mosaico dell’archeologia cividalese: nessuno, negli ambienti della Soprintendenza regionale, sospettava che a breve distanza dall’ampia necropoli longobarda di località Gallo esistesse un’ulteriore area sepolcrale, rivelatasi piccola miniera di tesori.
Diciassette le tombe rinvenute finora – alcune antichissime, di età romana –, oltre una ventina gli elementi di corredo recuperati (adesso in custodia al Museo nazionale cittadino, in attesa di restauro e di analisi scientifica): e il tutto si deve, appunto, al caso, nella fattispecie ai lavori di costruzione di un’abitazione.
Scenario di questo inaspettato ritorno alla luce via Premariacco, alle porte della frazione di Grupignano, qualche centinaio di metri a nord dell’incrocio del Gallo. Le attività di cantiere non sono andate lontano: partenza e quasi immediato stop, perché dal terreno – che gli operai avevano iniziato a smuovere per la realizzazione delle fondamenta – hanno cominciato ben presto ad affiorare elementi “sospetti”. Immediato il sopralluogo archeologico a cura degli esperti della competente Soprintendenza regionale e il conseguente blocco delle attività di edificazione. Poco a poco l’équipe di archeologi inviata sul posto ha individuato, e fatto riemergere completamente – a partire dalla fascia più orientale del lotto –, 17 fosse: 10 si sono rivelate integre, 6 risultano indagate ancora parzialmente, l’ultima era vuota.
Le sepolture di età più remota riportano addirittura alla fine del II secolo dopo Cristo: lo attestano le modalità di tumulazione (anche a cremazione), riconducibili per l’appunto alla cultura romana; ad esse si affiancano inumazioni databili tra la fine del V e la metà del VI secolo d.C.: sono tombe di gruppi umani differenti, seppelliti con oggetti di corredo che attestano contatti con le culture germaniche. Spicca, fra tutte le fosse della necropoli – nettamente distinta dal vicino cimitero del Gallo, di età longobarda come detto –, quella di una donna deposta, ritualmente, all’interno di un sudario, in posizione prona: vicino a lei tre balsamari e due brocche.
A epoca più tarda, con ogni probabilità, risale la morte di un guerriero sepolto con la sua lancia (tale tomba, individuata sul margine est dello scavo, è stata però esaminata solo in parte: come altre si sviluppa, infatti, sotto la strada di Grupignano) e coevo, forse, di una giovane seppellita attorno alla metà del VI secolo: la ornavano una collana in pasta vitrea e un abito trattenuto sul petto da una coppia di fibule in bronzo dorato, con motivo a “S” e con inserti in pietre preziose e foglia d’oro. Sul bacino le vesti erano chiuse da altre due fibule a staffa, con almandini che parrebbero indizio di contatti con la cultura franco alemanna. Ai piedi gli oggetti personali: due aghi da cucito, forbici e fusaiole.

Fonte: Messaggero Veneto, 05 Settembre 2013

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