Archivi

CASTELLAMMARE DI STABIA (Na). Il degrado sulle Ville Romane di Stabia.

Due ville romane, due gioielli nel bel mezzo di un disastro urbanistico-ambientale. Il Comune con la trascuratezza di anni e il ministero dei Beni culturali (e per esso la soprintendenza archeologica) con i suoi pochi mezzi, responsabili di una situazione incresciosa.

Stabiae brilla nel mondo per la mostra “Otium ludens” all´Hermitage, che l´ha rivelata a potenziali turisti con i 200 reperti trovati nelle due ville di San Marco e Arianna sulla collina di Varano, nel’larea di Castellammare di Stabia e di alcuni comuni vicini.

I russi l´hanno apprezzata in massa, tanto da far comparire la mostra promossa dalla fondazione Ras (Restoring Ancient Stabiae) al quarto posto nella classifica del Times, e così hanno fatto anche gli americani, dove è esposta un´altra parte delle pitture murarie staccate dalle ville stabiesi.

Dovessero mai farsi venire in mente di visitare il sito da cui trae origine tanta bellezza, sarebbero costretti subito a ricredersi. Intanto, i reperti non hanno casa: sono usciti da un antiquarium chiuso dal ‘97 perché non adeguato alle normative europee di sicurezza, in un edificio comunale, anche se sotto la giurisdizione statale.
Impossibile arrivare se non a piedi, percorrendo un paio di chilometri. La passeggiata archeologica è un sentiero disseminato di rifiuti, usato come sversatoio. Il biglietto da visita dell´area, il tornello per l´ingresso dei visitatori, è divelto. L´entrata della Villa di San Marco è ostruita da una costruzione ottocentesca preesistente allo scavo. Ma anche per la situazione creatasi con le operazioni di scavo più recenti non c´è ordine, i reperti non hanno sufficiente protezione.
Insorge il Comitato per gli Scavi di Stabia, a capo del quale c´è Antonio Ferrara, firmatario di una petizione nell´ottobre scorso, con cui chiede l´inserimento del sito nell´elenco dell´Unesco.

Ma ecco che già il sindaco Salvatore Vozza rilancia, ricordando la promessa fatta a Natale ai cittadini di Castellammare: «Il 2008 è l´anno della Reggia di Quisisana. La struttura esterna – ricorda il sindaco – sarà consegnata entro marzo, l´inaugurazione entro l´anno, abbiamo già invitato il presidente Napolitano. Secondo il protocollo ministeriale l´edificio ospiterà la terza scuola sede dell´Istituto Centrale di Restauro e questo ci consentirà di dare una fissa dimora anche ai reperti dell´antiquarium che non è agibile. Su questo è in atto un confronto e una discussione con la direzione regionale dei Beni culturali e la soprintendenza di Guzzo. Presto porteremo in consiglio comunale l´idea di fondazione sulla quale stiamo ragionando: abbiamo chiesto a regione, provincia, ministero e soprintendenza di essere tra i soggetti. Ci auguriamo che i reperti di Stabiae tornino in tempo per l´inaugurazione».

I preziosi “senzatetto”, per la verità sono “schedulati” per altri due viaggi, in Cina e in Giappone. Ma Guzzo, che presiede la fondazione Ras (animata da un notaio di Castellammare, Ferdinando Spagnuolo), non prevede ostacoli.

«Con il Comune abbiamo una comprovata e sperimentata collaborazione – dice Pietro Giovanni Guzzo – Ho ringraziato il comitato per l´appello, ma ho anche elencato le cose fatte. Nessuno è esente da responsabilità, per i siti vesuviani non si fa mai abbastanza. La manutenzione della sola Pompei costa 270 milioni di euro. Ma da quando sono qui, ogni anno si spende qualcosa anche per Stabiae: sarà poco, ma ho un serio problema di ripartizione dei fondi».

E i reperti? «Prima o poi, finito il tour che li richiede in mostre di successo, torneranno alla Reggia di Quisisana: una volta istituita la fondazione di cui parla il sindaco, il ministero verrà sicuramente coinvolto; nessun problema». Così le star avranno le loro teche e i loro velluti.
Ma quale destino attende le due ville di Stabiae?

«Le costruzioni abusive rendono difficile ogni progetto di organizzazione del sito», ribatte Guzzo.

Ma il sindaco Vozza ha un programma: «Un accordo di programma quadro del 2001 sui Beni culturali stanziava risorse su Stabia mai utilizzate, ora si attende la firma di un nuovo accordo Rutelli-Bassolino che dovrebbe mettere a disposizione ancora fondi europei per gli Scavi. Dobbiamo avanzare una proposta sull´abusivismo: è un´area enorme che interessa tre comuni, Castellammare, Gragnano e Santa Maria La Carità, per un totale di 5000 persone. Nei prossimi giorni firmeremo un protocollo poi lavoreremo a un tavolo con la soprintendenza per isolare e distinguere le zone con più abusivismo. Altri quattro-cinque anni, e si può pensare a una soluzione definitiva».


Fonte: La Repubblica 23/01/2008
Autore: Stella Cervasio
Cronologia: Arch. Romana

Segnala la tua notizia