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AQUILEIA (Ud). Le tre vite di Aquileia, docufilm sulla storia millenaria della città patrimonio Unesco.

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«Aquileia è una città dalle tante anime, che ha vissuto da protagonista stagioni storiche di primaria importanza per l’Italia – ed è stato una fida raccontarla – ha detto il regista Giovanni Piscaglia – attraverso un film che restituisse la complessità dell’eredità storica di Aquileia e la vitalità della grande città cosmopolita che fu nei secoli passati. Non solo storia anti­ca, la città viene raccontata fino ai giorni nostri indagando il modo in cui la storia è diventata oggetto di studio, scavo, musealizzazione e tutela».
Il documentario prevede uno sviluppo secondo una generale linea cronologica, sulla quale si aprono parente­si tematiche che approfondiscono di volta in volta diversi argomenti. A guidarci nel viaggio sono gli interventi degli esperti e di chi quotidianamente lavora per valorizzare il suo patrimonio.
Pur essendo passata da 100.000 a 3500 abitanti, Aquileia è abitata ininterrottamente da 2200 anni e oggi convive con il suo patrimonio archeologico, la sua caratteristica è la stratificazione, un dato che emerge in modo sorprendente dalle immagini di alcune delle scoperte più importanti.
Dapprima avampo­sto militare nella conquista romana dell’Italia nord-orientale e delle regioni danubiane, ha rappresentato un porto com­merciale tra i più fiorenti del Mediterraneo. E’ stata un centro di diffusione del primo Cristianesimo, sede di una diocesi estesissima e influente: il suo complesso basilicale rappresenta ancor oggi uno dei più alti esempi di arte e architettura medievale al mondo.
Tra il 1077 e il 1420 fu capitale di un importante stato ecclesiastico, fino alla conquista da parte della Serenissima Repubblica di Venezia. Fece poi parte per 500 anni dell’impero asburgico, e solo alla fine della prima guerra mondiale passò al Regno d’Italia. Proprio durante il conflitto Aquileia diventa città simbolo della riunificazione d’Italia e fu proprio dalla sua Ba­silica che partì il feretro del milite ignoto oggi sepolto nel Vittoriano di Roma.

Fonte: www.messaggeroveneto.it, 21 novembre 2019

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