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VEIO (Rm): La più antica tomba dipinta degli estruschi.

Una vera e propria tomba principesca. Il più antico monumento della pittura non solo d’Etruria ma dell’intero bacino del Mediterraneo occidentale ha avuto per un giorno un cicerone d’eccezione: il ministro per i Beni e le Attività culturali, Francesco Rutelli, che ha presentato ai media la «Tomba dei Leoni Ruggenti», l’ultima scoperta archeologica avvenuta circa due settimane fa a Veio, nei pressi di Roma.

In una conferenza stampa nel bel mezzo di un campo di grano dove è stata rinvenuta la tomba, il ministro ha descritto le fasi di questo «ritrovamento unico ed eccezionale», come lo ha definito, che presto sarà aperto al pubblico.

«Nell’ambito di un’importante indagine sviluppata già due anni fa dal nucleo per la tutela del patrimonio dei carabinieri, attraverso la collaborazione di una persona – ha detto Rutelli -abbiamo individuato quest’area. Scavando è venuta alla luce una magnifica tomba principesca databile attorno al 690 a.C, che ne fa la vera origine della pittura occidentale».
Ma questo è soltanto un assaggio. «Potrebbe essere la prima di altre sorprese», aggiunge il ministro che ha garantito che su quel terreno, di proprietà privata, saranno svolti altri scavi in futuro. «Nei magnifici affreschi della tomba -ha spiegato la sovrintendente per l’Etruria Meridionale, Annamaria Moretti – compaiono figure di animali, leoni e uccelli, carichi di
significati, in particolare emblemi del passaggio dalla vita alla morte.

E nel dromos, cioè nel corridoio d’accesso, era seppellito un carro, di cui sono visibili ancora le ruote, che sottolinea il rango dei sepolti, forse dei principi». Visitata dai tombaroli, che l’hanno probabilmente spogliata di reperti, la tomba potrebbe ancora nascondere qualche sorpresa.
La tomba è stata denominata «dei leoni ruggenti» proprio dalle raffigurazioni di alcune fiere con artigli e fauci spalancate che gli archeologi hanno identificato come dei leoni. Accanto è raffigurato un volo di uccelli acquatici che nell’uso etrusco raffigurano l’anima che sì stacca dal corpo, di fronte alla morte rappresentata dalle fiere.

E oltre al carro sono stati ritrovati elementi della bardatura, una spada, frammenti vari di suppellettili, fibule e gioielli.

La tomba più antica, con pitture parietali che si conosceva fino ad oggi era quella cosiddetta «delle anatre», rinvenuta a Veio nel 1958 e datata intorno al 680/670 a.C. ma quella ritrovata in questi giorni, ha fatto notare l’etruscologo Giovanni Colonna, è «oltre che più antica, senz’altro più spettacolare. Siamo agli albori di quella che è stata definita la civiltà orientalizzante: la pittura è campita con la tecnica dei quattro colori, nero, rosso e giallo al quale si aggiunge il rosato della parete».

 


Fonte: Il Mattino 17/6/2006
Autore: Giulia Salvatori
Cronologia: Arch. Italica

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