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UDINE: Recuperati 62 reperti archeologici risalenti al V e IV secolo a.C. destinati a collezionisti.

Hanno rivisto la luce dopo essere stati scoperti nel bagagliaio di un’autovettura bloccata dagli agenti della Squadra Volanti in piazza Primo Maggio a Udine. Si tratta di 62 reperti archeologici di notevole interesse storico, risalenti al V e IV secolo a.C., che sono stati sequestrati lo scorso 19 novembre a un commerciante goriziano – B.S. 52 anni – denunciato in stato di libertà per l’ipotesi di reato di ricettazione e furto di beni dello Stato.

Un vero e proprio patrimonio archeologico destinato a collezionisti d’arte del Friuli Venezia Giulia, e che è solo una parte del materiale recentemente trafugato da alcune tombe nelle zone di Canosa di Puglia e Minervino Murge, in provincia di Bari. Le indagini hanno, infatti, portato i poliziotti udinesi a investigare in Puglia, dove nei giorni scorsi è stato bloccato un ricettatore barese – D.V. 50 anni – che è stato indagato a piede libero, in quanto trovato in possesso di circa 150 reperti archeologici del periodo ellenico. Nel corso dell’operazione, che si è avvalsa della collaborazione degli investigatori della Squadra Mobile di Bari, è stato scoperto anche il deposito dove veniva custodito il prezioso materiale che è stato messo sotto sequestro su disposizione dell’Autorità giudiziaria.

“Eravamo stati informati di un traffico di reperti archeologici che interessava la città di Udine – commenta il vicequestore aggiunto Ezio Gaetano, dirigente della Squadra Mobile di Udine – Per questo abbiamo potenziato i servizi sul territorio fino a individuare l’autovettura del presunto trafficante. Quando gli agenti della Squadra Volanti hanno aperto il bagagliaio del monovolume non hanno potuto credere ai loro occhi Ciò che si è offerto alla vista era un tesoro di epoca ellenistica: anfore, vasi, piatti e oggetti ornamentali. Dei pezzi incantevoli e soprattutto tutti intatti. Una caratteristica, questa, che rende la scoperta ancora più importante”. “Gli agenti in un primo momento hanno pensato che si trattasse di semplici riproduzioni, temendo una truffa ai danni di qualche ignaro acquirente – ha aggiunto Gaetano – Ma così non è stato”.

Secondo Paola Ventura, archeologo della Soprintendenza alle Belle Arti del Friuli Venezia Giulia, alla quale è stata affidata la perizia dei pezzi sequestrati, il materiale trafugato dalle tombe della Magna Grecia, in particolare dalle colonie che si estendevano lungo le coste pugliesi dove era fiorente la produzione di ceramiche, sono di ottima qualità e di un valore non quantificabile in quanto opere d’arte. Intanto gli oggetti sono stati affidati alla Procura della Repubblica di Udine, fino a conclusione dell’inchiesta coordinata dal Sostituto procuratore della Repubblica Alina Rossato, la quale ha puntato i riflettori sui “ritrovamenti” archeologici effettuati nelle tombe pugliesi, ma soprattutto sui saccheggi verificatisi negli ultimi tempi.

Fonte: Il Gazzettino on-line 18/12/2005
Autore: Roberto Vitale
Cronologia: Arch. della Magna Grecia

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