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TRICESIMO (Ud). Riaffiora una tomba altomedievale.

Uno scheletro ben conservato di un ragazzo, con accanto un frammento di vaso in ceramica, ma niente armi, oggetti o corredi funebri. Tracce di una seconda sepoltura, questa volta di un uomo adulto. E poco più in là ossa del cranio e alcuni denti di un animale, forse un cane o addirittura un cavallo.
I resti, che saranno al più presto analizzati dagli archeologi, risalgono verosimilmente all’epoca alto medievale, prima dell’anno Mille. Non è esclusa, quindi, una datazione del periodo longobardo. Tutto in un’area di pochi metri quadrati, dentro una fornace, di epoca ancora precedente.
È il sorprendente ritrovamento avvenuto nell’area dove sta per essere realizzato il nuovo parcheggio interrato in pieno centro a Tricesimo, giusto di fronte il palazzo municipale.
Le ruspe che stavano completando l’opera si sono improvvisamente fermate, perché in una piccola parte del cantiere erano state scoperte le tracce della fornace. Gli esperti della ditta “Archè” che lavorano per conto del Comune si sono messi a controllare palmo a palmo il terreno e, non appena sono emerse le ossa e il vaso, hanno avvertito la Soprintendenza per i beni archeologici. In particolare si è attivato il dottor Roberto Micheli, responsabile per il territorio del Medio Friuli e del Collinare, che in questi giorni tornerà per un sopralluogo più accurato.
«Gli scavi sono in corso – spiega il dottor Micheli – e nelle prossime settimane potremo essere più precisi. Rinvenimenti di tombe dell’epoca altomedievale in Friuli non sono una rarità assoluta, però può essere molto interessante per riscrivere o quantomeno aggiornare la storia di Tricesimo. I resti provano la frequentazione di quest’area morenica in tempi molto antichi, o addirittura nell’età romana, se venisse accertata la datazione della fornace. Adesso manderemo lo scheletro ad analizzare con le tecniche più moderne. Servirà un monitoraggio antropologico per stabilire con esattezza età e sesso del defunto più giovane. Sarà possibile anche capire di cosa eventualmente sia morto, se di malattia o in modo violento o accidentale. Dallo studio delle ossa si capiscono moltissime cose interessanti».
Non è escluso che le sepolture siano gli ultimi retaggi, giunti fino ai giorni nostri, di una necropoli ormai perduta.
Il sito, accanto al Comune, nei secoli è stato più volte utilizzato. A fine Ottocento, per esempio, fu costruito l’edificio di una scuola, poi demolito.

Autore: Maurizio Cescon

Fonte: Messaggero Veneto, 31 marzo 2011

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