Archivi

TARQUINIA (Vt). Il Tumulo della Regina.

Il Tumulo della Regina si trova nella Necropoli della Doganaccia a lato della strada che collegava probabilmente il porto di Tarquinia con la Città e vicino al Tumulo del Re, posto sull’altro lato della medesima strada. Il sepolcro ha un diametro di oltre 40 metri e risale al VII secolo a.C.
Il tumulo è rivolto ad ovest e nella parte anteriore è preceduto da un grande ingresso a cielo aperto a pianta cruciforme composto da un ampio vestibolo (largo 6 m circa e lungo oltre 8 m) attorno al quale si aprono tre camere funerarie (una centrale e due laterali).
Un’imponente scalinata (con 12 – 13 scalini) immette su una piattaforma (piazzaletto) profondamente infossata di forma quadrangolare (larga 3,70 m e lunga 2,60 m), probabilmente in antico coperta da una tettoia (legno?).
La piattaforma presenta banchine composte da un doppio gradino sui tre lati del piazzaletto, interrotte dagli accessi delle tre camere funerarie.
In questo spazio si svolgevano riti e spettacoli dedicati al defunto.
Nell’ingresso e nelle camere del sepolcro sono stati ritrovati un intonaco dipinto di gesso alabastrino secondo una modalità nota nel Vicino-Oriente (Cipro, Egitto, area siro-palestinese). Sono state rilevate anche tracce di decorazioni dipinte: appare visibile una larga fascia rossa che doveva svilupparsi sui tre lati dell’ingresso nonché delle figure di difficile lettura tra cui una con andamento sinuoso con contorno rosso e campita in nero (motivo fitomorfo o animale del repertorio orientalizzante?) ed un unguentario di tipo corinzio e forse la mano di un personaggio. Potrebbe trattarsi della più antica manifestazione di pittura funeraria tarquiniese (seconda metà del VII secolo a.C.).
La camera centrale, che forse accoglieva il fondatore del sepolcro, è ancora inesplorata. La camera destra ha restituito vasi da simposio, frammenti di ceramiche protocorinzie ed etrusco – corinzie e di unguentari greco – orientali.
Nella parte anteriore del tumulo sono stati recuperati elementi di tre carri.
Nel piazzaletto, addossati alla banchina destra, sono stati rinvenuti resti in ferro ed in bronzo di un carro, forse un calesse: parte del cerchione di una ruota in ferro, un mozzo e resti della fasciatura in ferro della cassa. La fasciatura era abbellita lateralmente da fascette di bronzo decorate da fila di teorie di animali gradienti a rilievo.
Nell’atrio e nella camera di sinistra sono emersi frammenti di un altro carro, interpretabile come un currus. Tra i materiali sono stati rinvenuti infine anche i resti di un terzo carro, un veicolo ad andatura lenta simile al calesse.
Il Tumulo della Regina, forse realizzato da maestranze levantine, sembrerebbe trarre ispirazione da modelli architettonici ciprioti anche se con caratteristiche locali (“piazzaletto”) e contaminazioni ceretane (pianta cruciforme).
La principale caratteristica del tumulo sembra però essere costituita dall’ampio spazio esterno dedicato alle cerimonie, alle celebrazioni rituali in onore del defunto e della gens di appartenenza.

Sul Tumulo della Regina cfr., tra l’altro:
– Alessandro Mandolesi, Il tumulo della Regina. Immagini di una scoperta archeologica nella necropoli di Tarquinia (11 agosto – 7 ottobre 2012);
– Alessandro Mandolesi, Il Tumulo della Regina di Tarquinia e lo spazio scenico per l’immortalità, in Mediterranea XII – XIII 2015 – 2016;
– Adriana Emiliozzi, Il calesse e gli altri veicoli del Tumulo della Regina in Il ritorno della Biga, Carri Etruschi di Castro, Vulci e Tarquinia, Effigi Edizioni, 2023, pagg. 53-57.

Le immagini del Tumulo della Regina, della scalinata, del piazzaletto e delle tracce di intonaco e di pittura.

Autore: Michele Zazzi – etruscans59@gmail.com

 

Segnala la tua notizia