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SANT’ANGELO IN VADO (PU). Strada romana riemerge durante gli scavi per la fibra ottica.

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A Sant’Angelo in Vado (PU) è tornata alla luce una delle strade di Tifernum Mataurense. Lo annuncia la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio AN PU e AP FM MC.
Durante i lavori di scavo per la posa della fibra ottica a banda larga, è tornato alla luce un tratto di uno dei cardini della città romana di Tifernum Mataurense, in prossimità di via Pubblico Giardino, nel cuore della odierna Sant’Angelo in Vado.
Sant’Angelo in Vado è un comune di 3 905 abitanti della provincia di Pesaro e Urbino nelle Marche, situato a 359 metri di altitudine. Esso sorge sulle rovine dell’antica città romana di Tiphernum Mataurense, toponimo che deriva da tipher o tifia, pianta acquatica che si sviluppa nelle zone paludose.
Dagli scavi del passato e da una serie di aerofotografie è possibile risalire all’estensione e alla collocazione dell’abitato, che si sviluppava entro un quadrato. La viabilità principale era caratterizzata dai classici cardo e decumano incrociati secondo il tipo urbano del castrum. L’esistenza dell’antico municipio romano è attestata dai molti reperti archeologici ritrovati e oggi conservati nell’Antiquarium della città. Si ritiene che questa, dopo l’avvento del cristianesimo, fosse sede vescovile.
Ed ecco, durante recenti lavori tecnologici, la riemersione del basolato di una strada romana. È stato aperto un piccolo saggio stratigrafico, sotto la direzione scientifica di Diego Voltolini, archeologo della Soprintendenza, in previsione della posa di un pozzetto di ispezione.
“È emersa, sebbene danneggiata, – dicono gli studiosi della Soprintendenza – la stratificazione relativa alla vita e all’abbandono della città romana, individuando anche un piano stradale, a non molte decine di centimetri dai livelli di vita attuali. Questa strada, che costituiva uno degli assi minori del centro romano, è realizzata in solidi blocchi di pietra – i basoli – con la carreggiata delimitata da un marciapiede con cordolo in pietra. Alcune tegole riutilizzate testimoniano rifacimenti e sistemazioni del marciapiede”.
“Le operazioni di scavo archeologico hanno permesso di individuare la corretta collocazione delle infrastrutture per la fibra ottica, preservando i resti archeologici che, adeguatamente protetti, sono stati reinterrati dopo essere stati documentati. Questo cardine, già intercettato in altre parti durante vecchi interventi nel sottosuolo a Sant’Angelo e inserito negli studi dell’Unimc / Università degli Studi di Macerata, aggiunge un piccolo tassello per la conoscenza della topografia dell’antica Tifernum Mataurense.
Sant’Angelo in Vado dimostra, in ogni occasione, di conservare nel proprio sottosuolo importanti resti della sua antica storia di città romana, fra i quali la celebre Domus del Mito e i resti delle terme, che sono al centro dei grandi progetti di valorizzazione”.

Fonte: www.stilearte.it, 2 giu 2022

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