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REPERTI DELL’ETA’ DEL BRONZO A ZANFORLINA DI PONTECCHIO (RO)

Una scoperta presentata al Museo dei Grandi Fiumi: è il sito più antico del medio-basso Polesine.
A Pontecchio Polesine una indagine archeologica ci riporta indietro di quasi 3000 anni e ci aiuta a comporre con un suo tassello il mosaico sulla realtà preistorica della gente polesana che abitò dove scorsero i fiumi, che ne occultarono, ma non del tutto, le tracce.
Il direttore del Museo dei Grandi Fiumi, Raffaele Peretto, ha illustrato i risultati di un recente scavo archeologico svoltisi a settembre nella campagna Zanforlina di Pontecchio.
L’insediamento di Zanforlina si inquadra cronologicamente tra quelli dell’età del bronzo antico-medio dell’area di Castelnovo Bariano e quello del bronzo recente di Larda di Gavello.
Certa è l’importanza della scoperta per quanto riguarda il materiale ceramico rinvenuto. Le forme vascolari datano il sito alla prima fase dell’età del bronzo medio, in un arco di tempo compreso fra gli anni 1650-1550 a.C.
Come per l’insediamento di Larda, anche questo sito risente dell’influsso emiliano-romagnolo ed in tal senso è da confrontarsi con la realtà insediativa di Pilastri di Bondeno, dove gli elementi emersi fanno pensare ad un villaggio terramaricolo.
In entrambe le realtà risulta evidente il collegamento con la facies culturale di “Grotta Nuova” dell’area toscana. Lo scavo non ha esplorato aree pertinenti a capanne o ad aree insediative, che sono da ricercare nelle immediate vicinanze attraverso uno scavo estensivo.
Il ritrovamento è stato possibile dopo una ricerca di superfice, effettuata nel 1995-1996 dal Gruppo Archeologico di Villadose, che rinvennero alcuni frammenti in un sito di età romana sovrapposto che, sono poi stati attribuiti all’età del bronzo. Il riaffiorare in superfice dei reperti è legato allo scavo di un vicino fossato ed alla successiva dispersione arativa, in quanto i livelli antropici dell’età del bronzo rinvenuti (50-60 cm. di limo scuro, organico, ricco di frammenti ceramici e verso la base di carboni, di ceneri, di grumi di argilla alterati al fuoco) si trovano a profondità superiori rispetto allo strato interessato dalle arature e pertanto l’area archeologica risulta ancora non sconvolta.
Lo scavo ha permesso di accertare l’importanza del nuovo sito che, allo stato attuale delle conoscenze, risulta essere il più antico nel territorio medio-basso polesano.
Fonte: Il Gazzettino on-line 8 ottobre 2002
Autore: Giuseppe Segato
Cronologia: Preistoria

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