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PORTO TORRES ((Ss). Sui fondali dell’Asinara.

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asinaraFino al 15 settembre, si potranno visitare i tesori di 1500 anni fa depositati sui fondali dell’Asinara. Sulla base della sperimentazione effettuata nel 2012, l’amministrazione comunale di Porto Torres, la Soprintendenza per i beni archeologici di Sassari e Nuoro, l’Ente Parco Nazionale dell’Asinara e il Cala d’Oliva Diving Center hanno deciso di rinnovare la collaborazione, prolungando di un mese, rispetto alla stagione passata, il periodo dedicato alle visite del giacimento di anfore romane a Cala Reale. Si tratta di un sito unico nel Mediterraneo: circa 39mila reperti sono adagiati sul fondale, a soli sette metri di profondità. Sono ben visibili anche utilizzando solamente maschera e boccaglio, grazie alle trasparenze del mare dell’Asinara. Una autentica meraviglia che lo scorso anno ha lasciato senza fiato, in un solo mese, più di seicento visitatori.
«L’iniziativa – sottolinea il sindaco Beniamino Scarpa – ha riscosso un bel successo. Dopo l’apertura speciale dell’anno scorso e durante le recenti giornate di Monumenti Aperti, grazie alla collaborazione di tutti gli enti coinvolti, stiamo riproponendo l’apertura praticamente per l’intera stagione estiva. Il giacimento delle anfore romane rappresenta un perfetto connubio tra il patrimonio archeologico e quello ambientale dell’Asinara, che potrebbe consentirci di intercettare una bella fetta di turisti interessati non solo al paesaggio, ma anche alle risorse storiche della nostra isola-parco». L’iniziativa è stata presentata questa mattina, nella sala conferenze del Palazzo del Marchese, dall’assessore al Turismo e alla valorizzazione dell’Asinara, Alessandra Peloso, dalla responsabile del distaccamento della Soprintendenza ai Beni archeologici, Gabriella Gasperetti, dal rappresentante dell’Ente Parco Nazionale dell’Asinara, Gianluca Idini, e dal responsabile del Cala d’Oliva Diving Center, Alessandro Masala.
«La sperimentazione è stata utile per capire come potenziare un progetto che può contare sul supporto della Soprintendenza, del Parco, del Cala d’Oliva Diving Center e della Delcomar, che sta garantendo il trasporto dei mezzi e del personale tecnico», ha affermato l’assessore Peloso. «Il prolungamento dell’apertura del sito si inserisce nel progetto di promozione dell’attività subacquea, avviato in seguito alla nostra partecipazione alla Bit qualche mese fa. Durante la fiera abbiamo potuto far conoscere le bellezze dei nostri fondali a tantissimi operatori del settore, i quali hanno preso contatto per la prima volta con il mondo sommerso dell’isola-parco. Questo sito è unico e straordinario e può davvero trasformarsi in una vetrina per l’Asinara e per il nostro territorio», ha aggiunto l’assessore Peloso. «Quattro anni fa – ha affermato Gianluca Idini, rappresentante del Parco Nazionale dell’Asinara – abbiamo finanziato l’Operazione Reale, attraverso cui è stato preservato il materiale archeologico presente sul fondale, spostandolo di circa 300 metri rispetto alla banchina in cui attracca il traghetto della continuità territoriale. Il giacimento è un tassello importante nel sistema di fruizione dell’isola, un fiore all’occhiello che contribuisce a incrementare il fascino dell’Asinara».
Il sito è formato dal carico di una nave romana proveniente dalla penisola iberica, naufragata all’ingresso di Cala Reale in età tardo imperiale, ed è ricco di anfore che contenevano salsa di pesce, il garum dei romani, e pesce sotto sale. La responsabile del distaccamento turritano della Soprintendenza, Gabriella Gasperetti, ha ripercorso le tappe che hanno portato alla valorizzazione: «Abbiamo trasferito circa 39mila reperti, preservandoli e valorizzandoli, oltre ad aver recuperato anfore, piatti, bicchieri e altri reperti ritrovati integri, che sono stati restaurati. Il sito ha 30 metri di lato ed è scavato per circa 50 centimetri». Il tappeto di tesori è raggiungibile esclusivamente a bordo dei mezzi degli operatori diving autorizzati, tra cui il Cala d’Oliva Diving Center, che fornirà un servizio quotidiano partendo dal molo di Cala Reale. «Il progetto è stato reso possibile grazie alla collaborazione di tutti gli enti coinvolti. L’esperienza dello scorso anno – ha detto Alessandro Masala, operatore diving – ci ha consentito di apporre miglioramenti al servizio. La visita è effettuabile sia con le bombole che in apnea. Forniremo ai visitatori alcune nozioni sul giacimento e poi ci trasferiremo a bordo di un mezzo nautico nell’area del sito, dove si svolgerà l’escursione vera e propria. Abbiamo contemplato anche la possibilità per i turisti di abbinare ulteriori pacchetti per prolungare la visita dei bellissimi fondali che si possono ammirare in tante altre zone dell’isola».

Fonte: http://www.alguer.it  11 lug 2013

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