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PINEROLO (To). Storia e preistoria a portata di Museo.

Intervista a Dario Seglie, direttore del Centro Studi CeSMAP.

Il Direttore del CeSMAP (Centro Studi e Museo d’Arte Preistorica di Pinerolo) è il professor Dario Seglie che vanta un curriculum davvero straordinario.
Ci si potrebbe sentire in imbarazzo ad intervistarlo, ma l’accoglienza è calorosa. A tu per tu, sembra di parlare con un conoscente di vecchia data.

Il Pinerolese è una zona arcgeologicamente interessante?

La zona del Pinerolese è tra le più anticamente investigate in Italia. Ha una caratteristica unica: l’arte rupestre delle Alpi. Le indagini archeologiche risalgono alla metà dell’800 grazie alla Accademia Reale delle Scienze di Torino, in particolare ad opera del professor Bartolomeo Gastaldi, fondatore del CAI. Per arrivare poi al ‘900 con il più grande decano dell’archeologia italiana, Piero Barocelli; e altri: ancora come Silvio Pons, Osvaldo Coisson, Cesare Giulio Borgna, fino ai protagonisti più recenti.

Quindi ci sono reperti particolari?
Di particolare interesse è il fenomeno della “pittura preistorica” che si colloca in un’area che inizia dal Levante spagnolo. Si tratta di un’area che risale ad una fase preistorica molto antica del VI e V millennio a.C. Questa enorme Provincia – Spagna, Sud della Francia fino alla nostra zona – riguarda la preistoria più remota, post-paleolitica, successiva al ritiro dei grandi ghiacciai, diecimila anni fa.
Il Pinerolese in seguito continua ad essere popolato durante i millenni e ovunque vi sono delle testimonianze, alcune preistoriche e molto importanti. Tra le più importanti in Europa vi è il sito archeologico di Balm’ Chanto, scavato da noi negli anni ’80. Sono stati rinvenuti dati di estremo interesse che hanno portato indietro la preistoria alpina fino al XIV millennio a.C. Questo è diventato uno dei punti cardine per comprendere l’evoluzione del popolamento del territorio anche a livello europeo.
Il Pinerolese percorre tutte le fasi del popolamento ed entra nella storia, finita l’epoca preistorica – protostorica, con la conquista romana.

Di questo periodo che cosa abbiamo?

Il sito più importante della romanità nel Pinerolese è Cavour, un municipio fondato dal proconsole di Giulio Cesare, Caio Vibio Pansa, nel 49 a.C.
Era questa la zona che controllava i transiti da sud a nord con la strada pedemontana che arrivava dal mare della Liguria e proseguiva fino in Val d’Aosta e quindi, dal colle del San Bernardo, nell’Europa del Nord. Per Cavour, centro di smistamento, passavano altre vie che andavano verso la Gallia, l’attuale Francia, attraverso le valli alpine.
A Riva di Pinerolo, nel 2006, seguendo i lavori dell’autostrada completata in occasione dei giochi olimpici, abbiamo trovato una necropoli romana, risalente al I-III sec. della nostra era, con una trentina di tombe. Abbiamo fatto altre fruttuose prospezioni nella primavera del 2009. Continueremo ancora ad indagare ed a scavare nella zona tra Riva e Frossasco, territorio che si sta delineando come una importante zona insediativa di epoca romana.
Cavour è conosciuta da sempre (dall’inizio degli studi della metà dell’800) per la sua ricchezza di reperti antichi. Adesso si è arricchita anche di un prestigioso e importante Antiquarium: un piccolo museo legato all’Abbazia di Santa Maria, sito che ha un grande valore storico e monumentale.

E anche religioso.
Sì, questa è la più antica crpta paleocristiana del Piemonte ed in essa è situato il più antico altare della regione, recuperato da un capitello romano di un tempio preesistente. Come spesso succede si nota la persistenza e la successione di luoghi sacri, dalla preistoria fino ad oggi, negli stessi siti.
Il luogo che era oggetto di venerazione e di pellegrinaggio fin da tempi immemorabili, conserva le caratteristiche sacre del sito di culto preistorico. Diventa quindi sito dei culti romani sui quali si innesta il culto cristiano. Persiste la sacralità del luogo che assume una importanza e una valenza particolare. Esistono Esistono studi e teorie per capire perchè un luogo è considerato sacro oppure no, ma quello che è importante è determinare che c’erano luoghi sacri fin da tempi immemorabili con una trasformazione e un riassorbimento di motivi e di aspetti della religione precedente che si incorporano e si riassorbono nei culti delle religioni successive. E’ questo un fattore normale di continuità in tutte le religioni e anche in quella cristiana.

Ci racconta qualcosa del Museo?
Il Museo è antropologico e archeologico. Noi ci siamo occupati di antropologia archeologica preistorica, protostorica e di paleontologia cioè dell’evoluzione dell’uomo fino all’homo sapines. Ci siamo occupati un po’ meno di antropologia contemporanea. Il nostro Museo è Ufficio di collegamento dell’IFRAO (la federazione internazionale per l’Archeologia e l’Arte Rupestre) con l’UNESCO di Parigi.
Nasce dalla spinta degli studiosi del secolo scorso, protagonisti dell’antropologia e dell’archeologia. Il centro di ricerche è stato fondato nel 1964. Da autonomo divenne un centro civico, legato alla struttura comunale.
Per quanto riguarda lo specifico dell’arte preistorica il Museo gode della più ampia collezione mondiale – nessuno al mondo ha una collezione simile – grazie all’eredità scientifica degli studi precedenti che provengono dall’Accademia Reale delle Scienze di Torino, come primo impulso.
Noi del CeSMAP siamo andati a lavorare in équipe in ogni continente, quindi nel tempo si sono sviluppate delle relazioni e delle attività di ricerca sempre con missioni scientifiche in ogni parte del mondo. Questo ha portato una quantità di dati enorme.

E circa le sedi che ospitano il Museo?
A Pinerolo c’è un progetto che ormai va avanti da anni e forse ne stiamo vedendo la conclusione: Palazzo Vittone sarà finalmente destinato ai musei, con un progetto di restauro strutturale e di allestimento da parte di grandi professionisti già incaricati dall’Amministrazione civica. Il restauro lo sta portando avanti l’ex Preside ed un professore della Facoltà di Architettura di Torino. L’allestimento è affidato ad uno Studio di architettura di Verona, uno dei nomi più autorevoli della museografia in Italia.

Quali sono le principali attività del Museo?
Sono tre i filoni principali. Il primo è la ricerca scientifica che è la base e il motore di tutto. In secondo luogo c’è l’attività di gestione del servizio museale sia alla cittadinanza che alle scuole.
La terza via è costituita dalla Sezione Didattica del CeSMAP che è tra le prime in Italia, fondata nel ’74. Era (ed è) un dipartimento che si occupa del rapporto con le scuole.
Le scuole non fanno solo un’attività didattica e di laboratorio nel museo, ma anche una vera e propria esperienza pratica di scavo e di manipolazione. Facciamo fare uno scavo archeologico didattico che è simulato ma anche vero. Simulato perchè lo fanno dentro enormi cassoni dove vengono messi degli strati con dei reperti. Analizzandoli si può acquisire nozioni di metodologia archeologica. Non è solo un gioco.

Oltre al museo allestite anche delle mostre.
Mediamente noi prepariamo due importanti mostre all’anno magari tre se più agili. Dipende dall’impegno che ogni singola mostra richiede a livello scientifico, tecnico, organizzativo ed economico. Se essa richiede grossi sforzi può essere unica nell’arco dell’anno.
In questo periodo l’aspetto economico è molto determinante. Se lo sforzo è gravoso la mostra è unica e può dirare anche nove-dieci mesi, visitata dal pubblico. Una volta allestito un impianto complesso bisogna tenerlo aperto per tanto tempo, in modo che sia fruibile dal maggior numero di persone possibili, di cittadini e specialmente di scuole.
Per queste ultime istituzioni le mostre le presentiamo con un pacchetto didattico con attività studiate appositamente, differenziate anche dal tipo di scuola.

Autore: Cristina Menghini

Fonte: Vita diocesana pinerolese, 10/01/2010

Info: Centro Studi e Museo d’Arte Preisorica, via Giolitti, 1 – Pinerolo (To)
Tel. 0121794382, fax 012175547,
E-mail: cesmap@cesmap.it
Url: http://www.cesmap.it

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