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MILANO: Recuperata una viola del ‘500; vale 5 milioni di euro.

I carabinieri ritrovano il capolavoro dei liutai Amati rubato 26 anni fa. Le lacrime del proprietario.

“Il pezzo è disponibile e ben conservato”. Un mese fa i carabinieri intercettano una serie di messaggi sospetti in una chat. Si insospettiscono. Catalogano. Poi collegano i contatti in Internet con una voce che circola nella mala milanese. C’è uno strano fermento, nel mercato nero dei mercanti d’arte. Qualcuno sta cercando di piazzare un’opera unica, di inestimabile valore. Uno strumento musicale.

Presto le indagini prendono una direzione precisa. Con appostamenti, intercettazioni, pedinamenti. Fino a che nella tarda mattinata di martedì, nascosta tra le balle di fieno in una cascina di Rosate, sudest di Milano, riappare la “viola del Crocifisso”. Costruita per la corte dei Medici di Firenze, nel 1595, era nella top ten delle opere d’arte più “ricercate” d’Italia.

Valore commerciale 5 milioni di euro. Al mondo esistono solo altri tre strumenti simili, tutti conservati nei musei. Ma la “medicea” è una viola unica e “praticamente invendibile”. “Perché nell’ambiente dei musicisti — spiegano i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio ambientale — tutti conoscono quello strumento, riconoscibile dal crocifisso e dallo stemma dei Medici intarsiati sul dorso. L’acquirente non avrebbe potuto mostrarla a nessuno”.

Era diventata una leggenda, la viola medicea. Strumento sul quale imbastire la sceneggiatura di un thriller storico. Ma la sua storia reale, quattro secoli dopo la fabbricazione, sprofondò nell’ignoto un pomeriggio del 7 ottobre 1980, nel parcheggio di piazza della Scala. Il proprietario, il maestro Luigi Alberto Bianchi, rientrava da una tournée a Montecarlo. Entrò in un bar per l’aperitivo. Il topo d’auto che gli svaligiò la macchina si trovò per le mani il tesoro, che da allora, per 26 anni, è rimasto avvolto nel mistero.

“Luigi, dove hai trovato questo incredibile capolavoro”, disse Isaac Stern nel 1978, a New York, appena Bianchi tirò fuori la viola dall’astuccio per un’audizione. A Stern, riconosciuto come il maggior violinista vivente, cadde il sigaro dalla bocca per lo stupore.

Liquidata dai Lloyd’s di Londra l’anno dopo il furto, la viola ora è proprietà degli assicuratori. Sarebbe stata venduta per 60 mila euro a un mercante giapponese o del Sud Est asiatico, che i carabinieri stanno ancora cercando di identificare. Ormai prescritto il furto, i militari hanno denunciato per ricettazione il ladro pensionato e due intermediari

Il maestro Bianchi imbraccia la viola. L’emozione gli affanna la voce. Racconta: “Questo meraviglioso oggetto fu commissionato dalla corte medicea ai fratelli Girolamo e Nicolo Amati di Cremona, i più bravi liutai del mondo prima di Antonio Stradivari, che ne fu allievo.

In origine era un po’ più lunga sarebbe stata accorciata, con incredibile maestria, proprio dalla bottega Stradivari.

La modifica è impercettibile, perché vennero usati gli stessi legni della prima fabbricazione, che solo Stradivari poteva avere perché a 12 anni era stato a bottega dal maestro Amati, allora già ottantenne, che gli aveva lasciato in eredità attrezzi e materiali”.

La Viola medicea è riapparsa tra la paglia in perfette condizioni. Le manca solo il ponticello. Lo ricostruirà il liutaio parigino Vatelot, o un suo allievo che lavora a New York. Il maestro Bianchi potrebbe non riaverla più. Come è probabile che non ritrovi mai un altro suo gioiello, uno Stradivari Colosseum del 1716. Lo comprò nel 1987. Glielo rubarono 11 anni dopo, nella sua villa di Roma. Furto su commissione. Trovata la viola, quel violino è da oggi lo strumento musicale più ricercato al mondo.

Dopo aver fatto il ponticello, la viola tornerà a suonare, il 12 e il 13 settembre. Il maestro Bianchi in concerto con Uto Ughi, all’auditorium di Santa Cecilia a Roma, suonerà la “Concertante” di Mozart.

 


Fonte: Corriere della Sera 07/04/2006
Autore: Gianni Santucci

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