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MESOPOTAMIA. Scoperta la macchina babilonese per le 7 note.

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Le nostre indagini in stile Csi sui computer dell’antichita’. Dopo Antikythera, scoperta la macchina babilonese per le 7 note.
Nell’antichità piu’ remota, in epoca babilonese (non distante dall’inizio della Storia), esistevano gia’ dei computer. E questi computer si prestano, oggi, a superperizie del tipo di quelle che si fanno nelle analisi poliziesche per cavarne fuori i contenuti nascosti. Solo che a frugarci dentro non si ricavano le prove per incastrare i colpevoli dei delitti, o per confermare gli alibi degli innocenti, ma si scoprono cose piu’ fondamentali, come l’origine della sette note o i segreti dell’astronomia. Un tesoro di conoscenze inaspettato, da conquistare analizzando tavolette cuneiformi e pezzi di rotelle dentate di rame che ci sono state restituite da naufragi plurimillenari.
Per capire a che cosa ci hanno portato le scoperte archeologiche bisogna tener presente che con il termine di computer non si intendono solo le macchine digitali, ma anche i calcolatori analogici, cioe’ sistemi fisici (meccanici, idraulici o elettrici) che simulano altri sistemi fisici (o funzioni matematiche) per rappresentarne l’andamento e risolvere determinati problemi. Un computer analogico che molti di noi hanno usato a scuola e’ il regolo-calcolatore, che permette (o permetteva) di fare moltiplicazioni e divisioni sfruttando il concetto di logaritmo.
Ebbene, nella storia dell’umanita’ l’espediente del computer analogico e’ stato utilizzato in epoche sorprendentemente remote. Fino a poco tempo fa il piu’ antico esempio era la macchina di Antikythera, risalente agli anni fra il 150 e il 100 a.C., in epoca ellenistica, ed era gia’ una cosa remota, piu’ di due millenni fa. Ma nelle ultime settimane le lancette dell’orologio che ha scandito il tempo del primo computer sono state spostate piu’ indietro, fra il 1200 e l’800 a.C., in epoca babilonese.
Per prendere la rincorsa cominciamo dal calcolatore di Antikythera, che resta eccezionale anche se ha perso il record. E’ un anacronismo fatto macchina. Quando lo recuperarono dall’Egeo era corroso da duemila anni di permanenza in acqua. Il manufatto e’ di dimensioni compatte (30 cm per 15 per 7, 5) e contiene almeno 30 ruote dentate di bronzo. Perche’ e’ anacronistico? Perche’ la maggior parte di questi ingranaggi lavorano in modo da comporre dei «rotismi differenziali> >, un tipo di meccanismo che non e’ stato brevettato se non nel 1828 dall’orologiaio francese Pe’cqueur. E’ il sistema che si usa nei differenziali delle auto e nei riduttori delle eliche degli elicotteri. Eppure c’e’ anche li’, dove non dovrebbe.
La macchina di Antikythera era in grado di calcolare il sorgere del Sole, le fasi lunari, i movimenti dei cinque pianeti allora conosciuti, gli equinozi, i mesi e i giorni della settimana, operando, appunto, come calcolatore analogico. Il primo a notare l’eccezionalita’ del reperto, l’archeologo greco Valerios Stais del Museo nazionale di Atene, all’inizio lo scambio’ per un orologio, ma poi noto’ delle raffigurazioni astronomiche sui lati e cosi’ intui’ che dietro c’era una storia piu’ complessa; in seguito un paziente restauro da parte dell’americano Derek John De Solla Price (universita’ di Yale) ha portato alla ricostruzione attuale.
mecc_analogico_aAdesso uno studioso inglese, il paleomusicologo Richard Dumbrill, ha svelato l’esistenza di un computer analogico ancora piu’ antico, decifrando una tavoletta cuneiforme rinvenuta in Mesopotamia e risalente al 1200-800 a.C. Dumbrill ha costruito un modello in rame (funzionante) di quella macchina, che serviva ad accordare un liuto a sette corde, corrispondenti alle nostre sette note musicali. L’invenzione della scala musicale e’ attribuita, per tradizione, a Pitagora (VI secolo a. C.); in realta’ Dumbrill dimostra che lo schema era noto secoli prima, e anzi, per dirla tutta, nel 2001 due studiosi dell’universita’ di Bari, l’archeoastronomo Nedim Vlora e la musicologa Anna Gabriella Caldaralo, hanno avanzato la tesi che le sette note siano state inventate dagli Egizi addirittura nel IV millennio a.C.
Il computer analogico di Dumbrill e’ costruito con le istruzioni di una tavoletta babilonese, battezzata (senza la benche’ minima poesia) come reperto Cbs 1766 e ora custodita in un museo di Philadelphia. Il calcolatore ricostruito e’ fatto da due dischi di rame sovrapposti, uno fisso e l’altro rotante, che contengono indicazioni per accordare sette corde. Nel disegno a forma di stella, inciso sul disco libero di ruotare, sono indicati gli intervalli fra le note suonate dalle diverse corde. I musicisti babilonesi quantificavano i rapporti frazionari della lunghezza delle varie corde e grazie a questi calcoli ottenevano le note volute, usando cognizioni matematiche molto evolute. Per dimostrare che lo strumento accordato era proprio un liuto, Dumbrill segnala che in un’altra tavoletta babilonese (coeva o piu’ antica) si vede la dea dell’amore Inana che per sedurre il dio della saggezza Enki e sottrargli il suo sapere suona il liuto.
L’invenzione del liuto e’ molto antecedente a quella del computer «Cbs 1766», che ha reso esplicito il rapporto fra musica e matematica; ma ancora prima dovette esserci un cacciatore che, un giorno, si accorse che la sonorita’ della vibrazione della corda del suo arco veniva amplificata, quando all’arco si appoggiava una ciotola; puo’ darsi che la prima cassa di risonanza sia stata una zucca. Quando l’arco non serviva per la caccia, qualcuno penso’ di legare la zucca per far vibrare meglio la corda, e la tappa successiva fu l’allacciamento di altre corde alle estremita’ dell’arco. Gli altri strumenti a corda, dall’arpa alla chitarra, sono nati da questa linea evolutiva. C’e’ sempre un prima, che chissa’ fino a quando risale.

Didascalie immagini:
– Meccanismo analogico. La tavoletta rinvenuta in Mesopotamia e risalente tra il 1200 e l’800 a.C. che ha permesso la costruzione del modello (funzionante) di una macchina che serviva ad accordare un liuto a sette corde.
– La meraviglia di Antikythera. Contiene almeno 30 ruote dentate di bronzo. Questa macchina era in grado di calcolare il sorgere del Sole, le fasi lunari, i movimenti dei cinque pianeti conosciuti, gli equinozi, i mesi e i giorni della settimana.

Autore: Luigi Grassia.

Fonte: La Stampa, Tuttoscienze, 21/10/2009

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