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MALAGA (Spagna). Il caso della Grotta di Ardeles. Primo “affresco” dell’uomo di Neanderthal.

ardales

L’inafferrabile pigmento rosso-ocra nella Grotta di Ardales, in Andalusia, è stato applicato dai Neanderthal: è quanto emerge dagli ultimissimi studi, pubblicati da un gruppo internazionale di esperti, guidati dall’Università di Barcellona, sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS). Un passo che apre la strada verso la definitiva soluzione interpretativa in merito al lungo dibattito che ha animato la comunità archeologica sull’origine dei dipinti.
Gli studiosi che hanno redatto il testo The symbolic role of the underground world among Middle Paleolithic Neanderthals hanno cercato di determinare se la pigmentazione rossa, trovata su un gruppo di stalattiti a forma di cavolfiore nella Grotta di Ardales, fosse di origine naturale o fosse stata applicata appositamente nell’ambiente sotterraneo. Per farlo, sono stati analizzati campioni della porzione pigmentata, raccolti sia dalla superficie delle stalattiti sia da altre zone della grotta. Per la delicata operazione sono stati impiegati un microscopio raffinatissimo che, sfruttando gli elettroni, riesce ad analizzare oggetti minuscoli con un nanometro di lato e i raggi X.
È stato stabilito che il pigmento presente sulle stalattiti è un materiale estraneo alla grotta. I segni non possono essere definiti propriamente pittura rupestre, tuttavia la consistenza della superficie suggerisce che il pigmento sia stato applicato attraverso spruzzi o insufflazione.
Il dripping di Pollock e la sua ispirazione sciamanica non ci sembrano ora così lontani da questi primissimi gesti creativi. Eppure si ritiene che la colorazione non sia un desiderio di espressione artistica, ma sia coincisa con la necessità di marcare simbolicamente il sito, per la volontà pratica di renderlo riconoscibile a distanza di tempo. Sono i dati raccolti a offrire questo spunto: la colorazione sarebbe avvenuta in almeno due fasi distinte, prima di 65.500 anni fa e tra 45.300 e 48.700 anni fa. Nonostante tutte queste elucubrazioni, rimane un’ipotesi affascinante: questo intervento potrebbe essere frutto dell’Uomo di Neanderthal, poiché i pigmenti risalgono a più di 20.000 anniprima che l’Homo Sapiens abitasse l’Europa.

Autore: Giorgia Basili

Fonte: www.artribune.com, 10 ago 2021

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