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Il rimescolamento genetico delle antiche popolazioni europee.

L’analisi dettagliata del DNA mitocondriale dei resti rinvenuti in antichi insediamenti neolitici dell’Europa centrale dimostra che nell’arco di quattromila anni circa sono avvenuti rimescolamenti genetici ben più complessi di quelli attribuibili a una semplice sovrapposizione di agricoltori immigrati alle preesistenti popolazioni di cacciatori-raccoglitori.
Gli europei moderni sono frutto di una complessa storia di rimescolamenti genetici avvenuti a cavallo del Neolitico e dell’età del bronzo, fra 5500 e 1550 anni fa. Che la diversità genetica che caratterizza oggi gli europei di non dipenda da un semplice mescolamento di preesistenti popolazioni di cacciatori-raccoglitori con agricoltori arrivati dal Vicino Oriente lo dimostrano due ricerche appena pubblicate su “Science”, che, analizzando materiale genetico e rapporti isotopici di reperti ritrovati in alcuni siti tedeschi, hanno iniziato a tracciare un quadro molto più complesso.
Nel primo articolo, definendo il profilo del DNA mitocondriale di 364 persone provenienti da nove diverse culture che popolavano la regione del Mittelelbe-Saale, in Germania, Guido Brandt, dell’Università Johannes Gutenberg a Mainz, e colleghi hanno documentato il succedersi di quattro eventi chiave nel periodo che va dal 5500 al 1550 a.C. circa, ossia quando gli europei passarono da un’economia fondata su caccia e raccolta all’agricoltura, e iniziarono a padroneggiare la metallurgia.
Secondo i risultati delle analisi, i cacciatori-raccoglitori mesolitici sarebbero stati sostituiti da agricoltori neolitici provenienti dal Vicino Oriente, dall’Anatolia e dal Caucaso, che avrebbero poi dominato per 2500 anni. Successivamente, la regione è stata interessata da uno scambio di materiale genetico con cacciatori-raccoglitori originari della Scandinavia.
A questi eventi, nel corso del tardo Neolitico se ne sarebbero poi sovrapposti altri due, connessi con la diffusione degli stili di vita basati sull’agricoltura
 verso regioni sia più orientali sia più occidentali, con una serie di scambi genetici fra le popolazioni che ha dato origine all’articolato quadro genetico degli europei moderni.
Il secondo studio ha invece preso in esame i resti di 25 individui rinvenuti in un antico sito archeologico situato più a occidente, il sito di Blätterhöhle a Hagen, in Vestfalia, che coprono un intervallo di tempo compreso fra gli 8000 e i 2000 anni a.C. Grazie al sequenziamento del genoma mitocondriale, Ruth Bollongino, sempre dell’Università Johannes Gutenberg a Mainz, e colleghi hanno scoperto che nel corso del tempo si sono insediate nel luogo tre distinte popolazioni.
Alla popolazione originaria di cacciatori-raccoglitori si sono poi sovrapposte, a partire dal 4000 a.C. circa, altre due popolazioni, una di agricoltori neolitici e una di cacciatori-raccoglitori neolitici, che però si sostentavano principalmente con la pesca fluviale. Le analisi hanno mostrato che queste due culture hanno vissuto una accanto all’altra con un ridotto incrocio genetico per almeno 2000 anni.

Fonte: Le Scienze.it, 14 ott 2013

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