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GRAN BRETAGNA. Una botte medievale piena di feci umane trovata durante uno scavo presso antiche mura.

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Una botte medievale, piena di feci umane ben conservate grazie alla permanenza in un ambiente umido e acido, è stata portata alla luce accanto ai muri di una fortificazione medievale, presso Berwick, la cittadina – 12mila abitanti – più settentrionale della Gran Bretagna, nel Northumberland, sulla costa orientale della foce del fiume Tweed. Lo scavo è stato avviato per la realizzazione di un ospedale da 30 milioni di sterline progettato e finanziato dalla Northumbria Healthcare NHS Foundation Trust.
gran bretagnaDurante gli scavi sono state trovate anche ceramiche medievali e i resti di un piccolo cavalo o un asino, gettato in un pozzo. Ma ad attirare l’attenzione degli archeologi e dei curiosi che assistevano allo scavo – oltre alle fondazione di muraglioni difensivi – è stato un misterioso contenitore panciuto, che si è rivelata una botte usata come contenitore per una latrina. La parte terminale di un gabinetto che sorgeva sulle mura stesse e che accoglieva nel campo sottostante i bisogni, che poi avrebbero dovuto essere dispersi in campagna, tra le colture?
Le condizioni di ristagno d’acqua del sito – come dicevamo – hanno fatto sì che la struttura in legno della botte (e il suo contenuto) si siano ben conservati per secoli.
La botte, dopo il recupero, è stata avvolta in una pellicola trasparente – per isolare il contenuto dall’ambiente circostante – prima di essere inviata allo York Archaeological Trust, per lo studio del contenuto e il restauro del pezzo. Ma ciò che è più prezioso è la massa informe che sarà oggetto di analisi di laboratorio, volte a stabilire la presenza di semi, cereali, residui di cibo e parassiti intestinali.
Grazie alla ricerca sarà possibile capire cosa mangiavano gli antichi abitanti della zona e comprendere da quali malattie fossero affetti. Il materiale potrebbe anche prestarsi a ricerche genetiche. Per questo l’imbarazzante, opimo contenitore è considerato un ritrovamento fortunato.

Credito: Northumbria Healthcare NHS Foundation Trust

Fonte: www.stilearte.it, 24 feb 2022

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