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GIUGLIANO (Na). Gli archeologi tedeschi salveranno Liternum.

Lo sanno anche i tedeschi che Scipione l’Africano, il grande condottiero romano, scelse come ultima dimora Liternum, cuore della Campania Felix. Gli studiosi tedeschi ne riconoscono tanto l’importanza che a breve arriveranno gli studenti dell’Istituto di Archeologia Classica della Freie Universitat di Berlino per eseguire nuovi scavi nel sito archeologico di Liternum, lungo le sponde del Lago Patria.
Una campagna importante che potrebbe portare alla luce reperti ancora sotterrati dai secoli e di cui si ha traccia anche in testi classici. Reperti da catalogare e custodire gelosamente per evitare altre razzie, altri sfregi alla storia e alla cultura. L’ultima campagna di scavi risale al 2009, grazie allo stanziamento di fondi europei. Gli archeologi portarono alla luce un pezzo dell’antica Domitiana. Una scoperta che emozionò gli appassionati e i responsabili dei lavori. Ma poca cosa rispetto a quel che si propongono oggi i tedeschi. Molti dei ritrovamenti del 2009 sono stati conservati nel museo archeologico di Baia, uno dei più importanti della Campania. Purtroppo però la mancanza di fondi, di personale e di custodi ha costretto a chiudere proprio le sale dedicate a Liternum.
L’antica città, il•Foro, il•Capitolium, la Basilica e il Teatro sono stati riportati alla luce, invece, nel 1932 e nel dopoguerra, grazie alle indicazioni del grande archeologo Amedeo Maiuri. Ma, secondo gli esperti, ancora tanto c’è da scoprire. Un’intera città sarebbe sotterrata lungo le rive del lago Patria, bacino artificiale a forma di cuore, una palude in parte bonificata ai tempi di Scipione e quindi proprio là sotto si potrebbe nascondere, a seguire i testi degli antichi, la sua ultima dimora. Un luogo di eccezionale valore, ma, per un’atavica mancanza di fondi, trascurato e abbandonato.
La zona era abitata già in epoca preistorica. Successivamente giunsero gli Osci, infine i Romani nel 194 a.C. che fondarono la colonia di Litemum. La città si trovava su quella che oggi è la sponda sud del•Lago di Patria•e fu assegnata a dei veterani della•seconda guerra punita, appartenenti all’esercito di•Scipione l’Africano. Il condottiero si rifugiò e morì a Liternum nel 183 a.C. Sua la celebre frase: «Ingrata Patria non avrai le mie ossa».
Anche per questo, nel periodo della bonifica di epoca fascista, il bacino con acqua di mare che serviva a convogliare le acque della palude, fu chiamato Patria.
L’antica città ebbe grande sviluppo grazie alla via Domiziana•che, partendo da•Sinuessa, l’odierna Mondragone, la rese luogo di passaggio per Cuma e Puteoli. La notizia della nuova campagna di scavi a cura dell’università tedesca ha suscitato grande curiosità in città: «Bisogna perfezionare ancora l’iter burocratico per lasciare che gli studenti vengano in città – commenta il sindaco Giovanni Pianese -. Noi per adesso abbiamo concesso il nulla osta. Ciò che si rinviene al 20% va all’università di Berlino, il resto alla nostra Soprintendenza. Sarebbe positivo se si instaurasse una sinergia tra noi e l’università di Berlino in modo da ridare slancio agli scavi».
La zona nella quale avverrà lo scavo non è ancora ben definita così come spiega Patrizia Gargiulo della Sovrintendenza per i Beni Archeologici, responsabile dell’intera area di Litemum: «Stiamo ancora definendo il punto sul quale intervenire. E presumibile si intervenga sia nell’area comunale, sia in quella del Foro. Riscopriremo e metteremo in luce tutte le testimonianze dei fasti precedenti – commenta -. Dovremmo però, dare vita a studi approfonditi e ad un’indagine accurata per orientare l’intero scavo».
Parte dell’antica città, purtroppo, è sotto i palazzi abusivi, ma gli archeologi non perdono le speranze. Luoghi, abitazioni e ritrovamenti se fossero riscoperti, cambierebbero per sempre la vita di Giugliano, che accolse gli antichi abitanti di Liternum e nei secoli successivi quelli di Cuma.  

Fonte
: Il Mattino, 19-04-2012
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