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COMACCHIO (Fe). Valle Ponti: Nessun problema di tutela archeologica.

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“Il problema, semplicemente, non sussiste. Abbiamo convenuto di spostare un po’ più a est la nuova condotta del gas, facendola correre lungo il tracciato del canale per lasciare libere le strutture archeologiche rinvenute, come già ipotizzato nei giorni scorsi dal direttore scientifico degli scavi Caterina Cornelio”.
Così il Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, Filippo Maria Gambari, al termine del sopralluogo congiunto effettuato ieri pomeriggio (11 agosto) con i responsabili Snam, i Carabinieri di Comacchio e l’archeologa responsabile del territorio, Caterina Cornelio.
Vista l’importanza delle strutture archeologiche individuate su parte del cantiere, si è concordato di far passare il tratto di tubazione lungo la sponda del canale, dunque a margine dell’area archeologica. Questo spostamento, che non implicherà alcun ritardo nella realizzazione dei lavori (peraltro mai interrotti), lascerà spazio anche per un’eventuale, futura fruizione pubblica ed è coerente con la logica della procedura di archeologia preventiva che aveva visto la Soprintendenza autorizzare solo con riserva e tenendo conto fin dall’inizio di possibili varianti in corso di esecuzione, sulla base di eventuali ritrovamenti.
La realizzazione del nuovo tratto di metanodotto, con contestuale eliminazione dell’attuale condotta fuori terra all’interno dell’area ex Zuccherificio a Comacchio, era stata autorizzata a fine giugno dal Comune di Comacchio, visto il parere favorevole in merito all’impatto ambientale espresso sia dalla Soprintendenza per i beni Architettonici e Paesaggistici, che dal Parco del Delta del Po. Considerato che l’area interessata dai lavori aveva già restituito materiali riferibili all’età tardo antica, la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna aveva condizionato il proprio nulla osta all’esecuzione di indagini archeologiche preventive.
Va sottolineato che l’area indagata aveva già subito una serie di danneggiamenti sia durante la realizzazione del canale di bonifica negli anni ’20, che in occasione della posa dell’acquedotto comunale negli anni ’80.
Le ricerche archeologiche, a carico di Snam che collabora pienamente, proseguiranno fino alla fine di settembre. Il cantiere sarà costantemente controllato dalle Forze dell’Ordine fino al termine dei lavori. Finora sono stati rinvenuti i resti di fondazione di un edificio abbastanza complesso, probabilmente un luogo di culto databile tra l’età paleocristiana e l’Alto Medioevo, di cui si sta studiando la pianta e l’estensione. I risultati, di cui la Soprintendenza darà migliore comunicazione a fine lavori, rappresentano già adesso un eccezionale contributo per integrare la conoscenza delle prime fasi cristiane nel territorio di Comacchio.

Fonte: estense.com, 12/08/2011

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