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CASTELSEPRIO (Va). Nuovi scavi della Cattolica. Importanti scoperte nel borgo che fu distrutto dai Visconti.

Per le rovine di Castelseprio, nella campagna a nord di Tradate, si aggirano i fantasmi della storia. Ma anche archeologi in carne ed ossa, insieme a una trentina di studenti dell’Università Cattolica di Milano, che in questi ultimi mesi vi hanno condotto una nuova campagna di scavo, che ha portato a importanti e inedite scoperte.
Le ricerche, presentate nei giorni scorsi in un convegno tenutosi presso l’ateneo del Sacro Cuore, si sono concentrate sulla cosiddetta “casa medievale” del Castello, situata nel settore sud-occidentale del parco archeologico di Castelseprio, dal 2011 dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco.
affreschi foris portasL’indagine ha infatti riportato alla luce la stratigrafia completa dell’antico edificio, che è risultato essere stato più volte ampliato e ricostruito, recuperando anche svariati reperti che ne testimoniano la vita quotidiana in epoca medievale.
Nel corso dei lavori, inoltre, gli archeologi si sono avvalsi della collaborazione di esperti di tecnologie informatiche, e prezioso si è rivelato l’utilizzo di un drone dotato di telecamera, le cui riprese sono state elaborate in 3D.
A fine scavo, come hanno spiegato Silvia Lusuardi Siena, Marco Sannazzaro e Caterina Giostra, i docenti della Cattolica ai quali è stata affidata la direzione scientifica del campo, è stato avviato il restauro delle strutture emerse, in vista della musealizzazione dei resti della “casa medievale”, che andrà così a costituire un nuovo polo di visita all’interno dell’area archeologica di Castelseprio.
castrumCollocato in posizione strategica tra la pianura e i valichi alpini, il Castrum Sibrium assunse grande rilievo in epoca longobarda e poi carolingia, fino al punto di competere con Milano nel controllo del territorio.
Al tempo delle lotte comunali il Seprio si schierò con Federico Barbarossa, mentre nel XIII secolo appoggiò la causa dei Torriani contro i Visconti: mootivo per l’arcivescovo Ottone, nel 1267, ordinò che il borgo del varesotto fosse raso al suolo e mai più ricostruito nè abitato “in perpetuo”.
Unicamente gli edifici sacri e le annesse costruzioni poterono scampare all’inesorabile distruzione. Ma alla lunga anche le chiese e i cenobi di Castelseprio finirono per essere abbandonati, mentre gli abitanti del contado, in cerca di materiali da costruzione, terminarono l’opera di demolizione iniziata dai Visconti.
Solo con la riscoperta delle eccezionali pitture altomedievali della chiesa di Santa Maria foris Portas, nel 1944, per merito di Gian Piero Bognett, si cominciò a riparlare di Castelseprio, dopo secoli di oblio. I primi scavi archeologici nel dopoguerra, hanno liberato dai detriti la zona monumentale del castrum – con la basilica di San Giovanni, il battistero, la cisterna, la chiesa di San Paolo – rivelando anche buona parte della cinta muraria.
Le indagini successive, invece, quelle condotte negli anni Sessaanta e Settanta, si sono incentrate soprattutto su un sistematico rilevamento delle strutture e su uno studio approfondito dei molti materiali riportati alla luce. Ricerche che oggi hanno nuovo impulso, proprio ad opera del Dipartimento di storia e archeologia dell’Università cattolica, promosse e finanziate dalla Provincia di Varese e dalla Regione Lombardia. Molt, infatti, resta ancora da indagare in questo sito di straordinario interesse.
Della basilica di San Giovanni evangelista, eretta attorno al V secolo, rimandono oggi solo pochi resti, seppur suggestivi. In origine la chiesa era a tre navate divise da pilastri, e presentava yna pianta simile a quella delle basiliche di Grado e Aquileia. Ammirata ancora dal cardinal Federico Borromeo, segnalata per la particolarità del suo altare rotondo e per i suoi antichissimi affreschi. San Giovanni venne purtroppo “smantellata” nella prima metà dell’Ottocento.
Accanto alla basilica sorgeva il battistero, che molto probabilmente presentava due fonti battesimali, uno ottagonale e uno circolare, destinati forse l’uno agli adulti e l’altro ai bambini, oppure a due diversi riti, giustificata dalla contemporanea presenza, in epoca longobarda, di cattolici e ariani. Un altro elemento unico, un altro affascinante mistero che ci giunge da Castelseprio.

Autore: Luca Frigerio

Info:
L’ingresso è gratuito, tutti i giorni dalle 8,30 alle 19 (domenica e festivi: 9,45 – 18).
Tel. 0331820438, Url: http://archeologiamedievale.unisi.it

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