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Carlo FORIN, Ideologia ed archeologia del Linguaggio.

In occasione del cinquantesimo anno dalla pubblicazione in Italia di Karl MANNHEIM, Ideologia e Utopia, 1957 Bologna (testo fondamentale per la sociologia del pensiero) ho proposto la

Carlo FORIN. Gnosis < G NUS IS – Teonomasiologia e canone.

come esempio dell’effetto dell’ideologia nel campo dell’antichismo: l’ideologia–annullamento dell’intenzione alla Sapienza determinato dal canone (che ordina-normalizza il pensiero ma uccide il pensiero creativo)- non ha fatto vedere Apuleio come gnostico pur essendo la sua opera sotto gli occhi di tutti, in una platea mondiale di una quarantina di lingue, non fa vedere Virgilio come sacerdote etrusco, nega la radice sumero-accadica dei misteri eleusini e –qui vediamo- non riconosce la radice BE (Essere) del bene.
L’ideologia è notoria nell’agone politico, anche se tende a sfumare semplicemente in ‘sistema di idee’ diverse -tipiche della politica- nell’accezione popolare.
Ideologia è malattia del pensiero che non consente di vedere ciò che è vero, e sotto gli occhi di tutti! L’archeologia del linguaggio è una nuova chiave che può limitare gli effetti dell’ideologia nell’osservazione del pensiero antico.

Propongo la riflessione

Carlo FORIN. BE – Essere

da approfondire in un’altra lettura non esposta nell’articolo: Giobbe e Bene.
Un approccio teologico al libro biblico di Giobbe ci viene offerto da Gianfranco Ravasi, Giobbe, Roma, Borla, 2005.
In una prima nostra lettura teonomasiologica avevamo enucleato dal libro di Giobbe: Bene Resep (1) per evidenziare che la peste (RASH AP in sumero) era la malattia fisica di Giobbe.
Riconosciamo in Giobbe (2) una lunga riflessione ebraica su AB ZU sumero (AB Sapienza ZU intelligenza (3))  –che si risolve con l’intermezzo sulla Sapienza:

28  12Ma la Sapienza dove si troverà?
Dov’è il luogo dell’intelligenza?
  13L’uomo non conosce il suo prezzo,
essa non si trova nella terra dei viventi,
   14 L’abisso dice: -Non è in me!-.

Giobbe comincia con

1 C’era nella regione di US un uomo di nome Giobbe

US è una lettura accadica della sumera ZU e si può leggere ‘regione di US’ con luogo dell’intelligenza.
AB SU dà AB SU URDU, absu ordo, ordine AB SU, il KA US, caos delle origini, che mescola dei e demoni, AB BA e PA ZUZU.
Nella regione (teologica -non geografica-) di US i figli di Giobbe facevano sacrifici e

5 Giobbe aveva cura di santificarli: si alzava di buon mattino e offriva sacrifici per ognuno di essi. Giobbe infatti pensava: -Forse i miei figli hanno peccato e hanno benedetto Dio nel loro cuore.-

La nota  precisa: -hanno benedetto Dio: leggi come hanno maledetto Dio-: per riverenza al nome divino si evita il contatto delle due parole –Dio- (Elohim [EL UH IM nds]) e maledire; per questo è usato «benedire» nel senso di «maledire». Una precisazione opportuna anche se ovvia, dal momento che “hanno peccato perché hanno benedetto” non si capisce il bene, ma si intuisce il ‘male’.

6 Un giorno avvenne che i figli di Dio andarono a presentarsi a Jahve; entrò in mezzo a loro anche l’Avversario.

La nota specifica: figli di Dio: lett. in ebr. bene Elohim. […] Tra questi c’è anche l’Avversario, in ebr. satan.
Dio-demone della malattia era ANTASUBBA, scandibile AN TAS UB BA leggibile BA BU SAT AN (4).
BENE RESHEP risulta in nota (5) al successivo:

56  Non esce certo dalla polvere la sventura
         né germoglia dalla terra il dolore,
         ma è l’uomo che genera pene
         come le scintille volano in alto.

Se riconosciamo Reshep demone della peste nell’ambiguità degli IGHIGHI sumeri andiamo oltre l’ombra dell’ideologia nel testo ebraico ed arriviamo alla radice BE, l’Essere, del BE NE, generazione dell’Essere.

Note:
(1) http://www.siagrio.it/Antares, a Indice, n. 100 e n.101.
(2)ediz. Garzanti, Milano 1984.
(3)In una risoluzione positiva del AB ZU, che è caos di bene e male.
(4)Giovanni PETTINATO, angeli e demoni a babilonia, magia e mito nelle antiche civiltà mesopotamiche, 2001 A. Mondadori, Milano
(5)  ediz. Dehoniane, Bologna, 2004.


Autore: Carlo Forin

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