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CAGLIARI. La più antica chiesa entro le mura. La Chiesa di Santa Lucia di Marina.

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Ricordata nel 1119 col nome di Santa Lucia di Civita insieme alla scomparsa chiesa di San Salvatore, sorge un secolo prima della fondazione del Castello pisano in quello che era il quartiere del porto dei mercanti di Cagliari, allora detto Bagnaria.
La chiesa era stata concessa in quella data ai monaci di San Vittore di Marsiglia, insediati nella chiesa di San Saturno.
Santa Lucia, parte di un articolato sistema monumentale, è l’unica chiesa del quartiere della Lapola visitata nel 1263 dall’arcivescovo di Pisa Federico Visconti.
Nel 1338 la chiesa “beate Sante Lucie de La Pula Castelli Castri” apparteneva ancora ai monaci Vittorini di San Saturno ed era dotata di arredi, di altari e di una piccola campana.
Di questa fase tardo medievale non conosciamo nè la forma esatta nè il tipo di impianto, sebbene vi siano alte possibilità che i suoi resti siano sullo stesso sito oggi oggetto di indagine.
Bagnaria, Lapola, Marina
La storia del quartiere del porto di Cagliari può essere seguita alla luce di alcuni importanti testimonianze documentarie che hanno permesso una prima ricostruzione delle sue vicende urbanistiche, in particolare quelle degli ultimi secoli del medioevo.
Su luoghi ricompresi in quella che viene denominata la “Civita” sorgono le chiese di San Salvatore (scomparsa) e di Santa Lucia.
Il borgo di Bagnaria, la cui forma non è nota, si conosce attraverso la citazione della chiesa di San Leonardo (non più visibile perchè sostituita alla fine del XVI secolo dalla chiesa di Sant’Agostino Nuovo); si ritiene che il nome del quartiere fosse questo dal primo Duecento.
In relazione con il Borgo di Bagnaria viene fondato il Castello di Cagliari da parte dei pisani, intorno al 1216; un documento del 1217 lo cita indicandolo come “…super Bagnariam edificato“. Il nome di Bagnaria viene adoperato per indicare l’area del porto ancora nel primo Trecento.
Lapola
Il quartiere prende il nome di Lapola e con tale denominazione attraversa la sua fase di principale sviluppo medievale, da borgo mercantile a quartiere murato della città pisana. Nell’ultima parte del Duecento si inizia ad adoperare tale nome in relazione ad una comunità mercantile che dispone di propri statuti e di un articolata struttura portuale dove la Leppula, probabilmente la macchina di sollevamento e carico delle merci, permetteva un rapido sviluppo delle attività portuali.
La città nuova e il nuovo quartiere aragonese
Il quartiere è oggetto, negli anni immediatamente successivi al 1327 e alla conquista aragonese della città, di un profondo rinnovamento urbanistico.
Parte del quartiere del porto, in particolare verso il mare, viene demolito e su di esso si ritraccia un reticolo di nuove strade ortogonali sul modello catalano e in particolare su schemi sperimentati dalla scuola tecnica di Montpellier.
La ricostruzione del progetto del piano urbanistico aragonese, per la prima volta individuato da Marco Cadinu nel 1995-98, ribalta il vecchio concetto storiografico che, ancora in quegli anni, indicava per il quartiere sul mare una derivazione da un reticolo stradale romano e una genesi da valle verso monte, sulla scorta degli studi di Dionigi Scano degli anni ’20 del Novecento.
La fondamentale scoperta permette di analizzare le strade del quartiere secondo la forma delle sue strade: i percorsi curvilinei a monte appartengono alla fase “pisana” mentre il reticolo regolare segna la parte più moderna.
Santa Lucia viene, con tutta probabilità, ricostruita sullo stesso sito ma in coerenza con l’isolato quadrato presso il porto di sua pertinenza, attorno al quale si assiste verosimilmente ad una rimodulazione in avanti della linea di costa e delle pendenze di tutte le strade del quartiere.

Fonte: http://www.santaluciacagliari.com, 15-11-2011

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