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BOLOGNA. La Tomba Grande dei Giardini Margherita.

margherita

Scoperta intatta nell’aprile 1876 da Antonio Zannoni è la tomba più ricca di tutto il sepolcreto dei Giardini Margherita e forse di tutta Felsina.
La defunta – di alto rango- giaceva in una grande cassa di legno, alta fino a 1,50 m; sormontava la tomba un cippo sferico con base decorata.
Il corredo proviene da una ricca deposizione femminile, databile nella seconda metà del V secolo a.C.
Comprende un elegante servizio di vasellame da banchetto, costituito da ceramiche d’importazione greca e da oggetti di bronzo di produzione etrusca. In Etruria il banchetto costituiva un importante momento di vita sociale, nel quale si riunivano i membri della classe dirigente, e si svolgeva anche in occasione dei riti funebri in onore del defunto.
Di notevole rilievo è il grande vaso esposto al centro della vetrina, decorato a figure rosse con scene tratte dal mito e dall’epica greca. In questo contenitore dalla larga imboccatura, chiamato cratere, si preparava il vino, che veniva mescolato con l’acqua, insaporito con erbe aromatiche e dolcificato con il miele. I banchettanti lo consumavano nelle kylikes, le grandi coppe appese al supporto moderno, o nello skyphos, una sorta di bicchiere biansato dal corpo profondo. Completavano il servizio da vino gli strumenti di bronzo: le brocchette di varie dimensioni per misurane la quantità; i due mestoli per mescolarlo ed attingerlo; il colino per filtrarlo; le brocche per versarlo. La grande teglia era utilizzata probabilmente per cuocere i cibi, in particolare la carne.
Durante il banchetto si ascoltava musica, si conversava e si facevano giochi di società, ai quali alludono i dadi di osso e le pedine di vetro.
Fa parte del corredo anche un grande candelabro di bronzo, destinato ad illuminare l’ambiente del banchetto nel buio regno degli Inferi. Le candele venivano conficcate nelle punte che si trovano all’estremità dei quattro bracci, illuminando la sommità decorata da due statuine di bronzo. E’ legato all’illuminazione anche il portafiaccole, che veniva innestato in un manico di legno, con aste ondulate decorate ai lati da due figurine di servitori seduti.
Fra gli oggetti di ornamento personale della defunta si notino l’anello d’oro, una fibula d’argento e una fibula di bronzo rivestita da una sottile lamina d’oro.

Autore: Mario Calice

Fonte: Gruppo Italiano Amici degli Etruschi, 6 mar 2021

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