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BAHREIN: A caccia di nuove tombe millenarie.

L’isola è descritta come una delle necropoli piu’ grandi del mondo. Il ritrovamento di uno scheletro di oltre 2200 anni fa nella zona orientale del Bahrein ha dato vita a nuovi scavi archeologici nell’isola del golfo, considerata la più grande e una delle piu’ antiche necropoli del mondo.

La scoperta e’ avvenuta lunedi’ scorso da parte di un gruppo di operai impegnati negli scavi per la costruzione di un canale di scolo nel villaggio di Karzakan.

Secondo quanto dichiarato dalla polizia, che ha prelevato alcuni frammenti per ulteriori indagini, lo scheletro risale alla cosiddetta epoca di Tylos (300 a.C.). A seguito del ritrovamento, i lavori del cantiere sono stati interrotti, in attesa che il Museo Nazionale del Bahrein conduca un sopralluogo.

Secondo gli abitanti della zona, non e’ la prima volta che nel villaggio vengono rinvenute tombe e manufatti, ma a Karzakan non sono mai stati condotti scavi archeologici in modo sistematico. Il villaggio dista solo dieci chilometri dal noto sito archeologico di A’ali, dove sono state rinvenute più di 170.000 tombe, risalenti dalla civiltà di Dilmun (3200-1600 a.C.) fino all’epoca di Tylos. Il nome Dilmun, appare in una tavola del 2300 a.C., in cui i Sumeri a sud dell’Iraq definiscono l’isola di Bahrein come la terra dell’immortalita’, allora ricca di vegetazione e di sorgenti.

Secondo gli archeologi, i ritrovamenti di giare e manufatti di varia provenienza provano che Dilmun fu utilizzato dai primi abitanti della penisola arabica e dell’antica Mesopotamia come necropoli.

Gli oggetti della necropoli risalenti fino al 3200 a.C. provano che c’erano intensi scambi commerciali tra la Mesopotamia, Dilmun (Bahrein), Magan (l’attuale Oman), Melukkah e Harapah, le capitali della valle dell’Indo. L’isola, che secondo le iscrizioni distava due giorni di navigazione dalla Mesopotamia, fungeva da scalo dove i commercianti si fermavano per fare rifornimento di acqua dolce e vegetali. Dilmun era una civilta’ florida il cui impero si estendeva alla penisola arabica e l’attuale Iran, secondo quanto affermano gli archeologi europei, soprattutto olandesi e tedeschi, che da anni esplorano l’isola. Piu’ tardi i greci si riferirono a Dilmun come Tylos, che visitarono piu’ volte a partire dal 324 a.C., lo stesso periodo in cui nell’isola si stabilì il primo insediamento arabo.

Lo scheletro ritrovato lunedì apparterebbe proprio all’epoca di Tylos. La novità però non sta tanto nei resti quanto nella loro localizzazione, dove si presume potrebbe esserci un’altra necropoli, simile a quella di A’ali. Molte tombe, come le cosiddette Tombe Regali di A’ali, si ergono fino a 15 metri di altezza e 45 di diametro, ma altre sono state sepolte da terra e sabbia e potrebbero giacere in profondita’, come a Karzakan.

Le tombe della necropoli di A’ali, visibili perche’ sovrastate da collinette di sabbia e terriccio, si estendono su un territorio di alcuni chilometri quadrati, dove oggi si e’ sviluppato il moderno villaggio. Nella zona e’ facile vedere le antiche tombe affiancate dalle condutture di gas e petrolio che attraversano la zona.

Fonte: CulturalWeb 13/08/04
Autore: redazione
Cronologia: Arch. Partico-Sasanide

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