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ARZACHENA (Ss). Il Tempo Ritrovato. Patrimonio archeologico di Arzachena dal Neolitico a Roma.

arzachena

L’esposizione, presso il Museo Civico “Michele Ruzittu” fino al 31 dicembre 2026, permette al visitatore di conoscere i siti archeologici del territorio prima di scoprirli e visitarli di persona in loco.
La mostra temporanea ospita più di 200 reperti provenienti dai siti archeologici del territorio, sia da quelli fruibili che da altre aree
archeologiche meno conosciute.
L’esposizione, articolata in due sale, è arricchita da dispositivi interattivi e contenuti multimediali bilingui che guidano il visitatore alla scoperta del ricco patrimonio archeologico arzachenese. Gli approfondimenti permettono di contestualizzare i reperti e di comprenderne meglio caratteristiche e funzioni.
L’esposizione è suddivisa in due sale.
La prima racconta la storia del territorio dal Neolitico all’età romana e le sue peculiarità. I reperti sono raggruppati secondo sei sezioni tematiche, a cominciare dalle prime tracce dell’uomo risalenti al Neolitico, che sono costituite da ornamenti e strumenti provenienti dai circoli funerari di Li Muri e La Macciunitta, dal villaggio di Pilastru e dal dolmen di Li Casacci Vecchi. Un gruppo di minerali e pietre rappresenta alcune delle materie prime utilizzate dall’uomo neolitico: ocra rossa (ematite), selce, ossidiana e steatite.
Il racconto prosegue con alcuni reperti rinvenuti presso diversi tafoni del territorio. Il termine indica le cavità naturali che si creano in seguito all’erosione dei blocchi granitici; l’uomo li ha utilizzati in vario modo fin dalla preistoria. Monti Incappiddatu è un esempio emblematico di tali ripari sottoroccia. Da vari insediamenti nuragici, quali nuraghi, villaggi e alture fortificate, proviene una serie di oggetti legati alla vita quotidiana: affilatoi di pietra, lisciatoi, una lucerna e vari recipienti di ceramica, anche decorati. Si possono osservare, inoltre, degli ornamenti in bronzo provenienti dal villaggio di La Prisgiona e un eccezionale rasoio lunato in ferro in buono stato di conservazione. È presente anche un insieme di minerali da cui venivano ricavati rame, piombo e ferro utilizzati in epoca nuragica.
Una sezione è dedicata al nuraghe Albucciu, con una grande varietà di oggetti, tra cui fusaiole, vaghi di collana in bronzo, affilatoi e pestelli litici, ceramiche… Sono di particolare interesse dei denti di falcetto in ossidiana. Per comprendere meglio l’aspetto originario di alcuni utensili, sono state inserite delle riproduzioni. Sono legati al culto dei morti i manufatti provenienti dalle tombe di giganti di Moru e Li Lolghi, per esempio una perlina in vetro blu decorata “ad occhi”. In questa sezione sono stati inclusi alcuni reperti, tra cui quella che sembra essere una lama di rame piegata intenzionalmente, trovati in circoli cultuali di epoca nuragica. L’esposizione della prima sala si conclude con una sezione sul Golfo di Arzachena in antichità. Il mare ha rappresentato una risorsa in tutte le fasi della storia dell’uomo, come dimostrano anche i pesi da rete ritrovati nel villaggio di La Prisgiona e nel nuraghe Albucciu. Qui abbiamo potuto esporre alcune testimonianze di epoca romana: un coppo e un embrice provenienti da un relitto di 18 mt naufragato di fronte al Golfo di Arzachena. Del relitto è stato trovato il carico intatto di tegole, probabilmente fabbricate nell’area suburbana di Roma e destinate a un edificio di pregio, forse nella costa occidentale della Sardegna o in Spagna.
La seconda sala costituisce un focus sul complesso nuragico di La Prisgiona. Planimetrie e contenuti multimediali introducono alla conoscenza di questo importante insediamento e dei reperti ritrovati, che raccontano la vita quotidiana degli abitanti, gli aspetti sociali, economici e rituali. Nelle vetrine di questa sala è possibile ammirare alcuni tra i più importanti oggetti rinvenuti nel sito. Spicca, fra tutti, il famoso vaso decorato dalla Capanna nelle Riunioni, per la distillazione o la fermentazione di una bevanda speciale. Possiamo osservarne il caratteristico colletto obliquo con fori e le particolari decorazioni. Di notevole interesse è il ripostiglio di bronzi che era adagiato lungo il pavimento della torre centrale del nuraghe, in un apposito alloggiamento: un’anforetta custodiva frammenti vari di bronzo e un tipico pugnaletto nuragico ad elsa gammata. Accanto ad altri oggetti metallici, come pugnali, fibule, un puntale di lancia decorato perfettamente conservato, si possono osservare varie tipologie di recipienti ceramici destinati a diversi utilizzi. Era probabilmente usato per la cottura del pane un grande tegame decorato sul fondo, proveniente dalla Capanna delle Riunioni. Due grandissimi vasi riparati dai nuragici con grappe di piombo servivano per conservare cospicue quantità di derrate alimentari. Una fiasca del pellegrino e una serie di brocche askoidi decorate dal villaggio sono legate al trasporto e alla consumazione del vino. Attraverso i reperti esposti, pur essendo solo una parte dell’abbondante materiale archeologico restituito dall’insediamento, è possibile immaginare come potesse svolgersi la vita della florida e dinamica comunità di La Prisgiona.

Autori: Silvia Ricci e Francesca Bianchi

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