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AQUILEIA (Ud). Via quella strada che taglia a metà il foro romano.

La strada che divide in due l’area del foro di Aquileia va eliminata, e in tempi brevi se non brevissimi, perché «è necessario che l’archeologia abbia una sua qualità» e perché un simile obiettivo coincide con la creazione di un contesto di visita unico, non spezzato da un tracciato viario.
Non ha dubbi il soprintendente per i beni archeologici del Friuli Vg, Luigi Fozzati, a parere del quale il futuro di un polo storico-archeologico di straordinaria importanza – quello aquileiese, appunto –, ma dalle potenzialità ancora in ampia percentuale inespresse non può prescindere da un radicale, coraggioso e lungimirante intervento di riassetto viabilistico.
Lo ha dichiarato ieri mattina, nella sede della Fondazione Aquileia per tracciare il bilancio del primo anno di attività dell’organismo, lanciando un preciso appello a Comune, Provincia, Regione e alla stessa Fondazione: «Aquileia è uno dei grandi siti archeologici italiani, e come tale non può non presentare problematiche di gestione, di conservazione, di valorizzazione. C’è però un’enorme opportunità, che consiste proprio nella Fondazione: il Ministero per i beni e le attività culturali ha individuato in questo luogo la possibilità di compiere una sperimentazione, di avviare un sistema nuovo per perseguire l’obiettivo del rilancio dell’area. Una Fondazione non parte, certamente, come un motore da Formula 1, ma come un diesel: all’inizio deve scaldarsi, mettere a regime i propri programmi di operatività. La Soprintendenza attende che arrivi il momento dell’avvio pieno del sistema, e allora chiederà all’ente concretezza, qualificazione e tempestività: doti, queste, che la burocrazia impedisce di avere ai nostri uffici.
In tale contesto s’inserisce il discorso della strada: sollecitiamo dunque proprio la Fondazione a farsi parte attiva nella promozione del progetto di modifica dell’assetto viario attuale, stimolando Provincia e Regione. È assolutamente necessario che il traffico che al momento attraversa Aquileia, transitando sull’area del foro, venga deviato. E ciò deve avvenire, appunto, in tempi rapidi
».
La risposta è arrivata, un istante dopo, dall’assessore regionale alla cultura Roberto Molinaro: È un impegno che ci assumiamo – ha dichiarato –, ma lasciamo fuori la Fondazione da questa faccenda. Se ne occupino il Comune, la Provincia e la Regione, tramite Friuli Venezia Giulia Strade».
Quanto alla Fondazione Aquileia, «è un esperimento ambizioso – ha commentato Molinaro –, ma in esso abbiamo sempre riposto grandi aspettative: siamo certi che da esso potrà nascere un sistema diverso di valorizzazione dei beni culturali. È una scommessa non semplice, certo, anche perché si fonda sulla collaborazione di piú livelli istituzionali, dal Mibac alle sfere dell’autonomia locale, fino all’Arcidiocesi di Gorizia: di sicuro sarà fondamentale il coinvolgimento, accanto a essi, di importanti soggetti privati, condizione imprescindibile perché l’operazione porti risultati nel tempo. Aquileia – ha concluso – avrà un futuro se riuscirà a sviluppare un sistema capace di valorizzare l’eccellenza».
Il ruolo importante e complesso dell’ente è stato rimarcato anche dall’assessore alla cultura della Provincia di Udine, Elena Lizzi, da Pietro Becci, direttore della Società per la conservazione della basilica aquileiese, e da Anna Del Bianco, direttore della Fondazione. Ottimistica, infine, la visione di Francesca Ghedini, consulente del Mibac e membro dello staff di consulenza scientifica della Fondazione stessa: «Aquileia – ha detto – ha tutte le carte in regola per entrare nel novero dei parchi archeologici programmati dal Ministero».


Fonte: Messaggero Veneto 20/06/2009
Cronologia: Arch. Romana

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