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Zahi HAWASS. Le montagne dei faraoni.

La storia mai raccontata dei costruttori delle piramidi

Traduzione di Mario Marchetti.

Cosa nascondono le stanze segrete della Grande Piramide? Dove si trova il corpo di Cheope che la fece erigere come propria eterna dimora? Dove sono finite le ossa e il tesoro del faraone? Chi erano e come vivevano i costruttori delle piramidi? 
   
La valle di Giza con la Sfinge e la Grande Piramide è sicuramente una delle immagini piú note dell’antico Egitto e insieme una delle piú misteriose. Interrogativi sulla costruzione e sullo scopo di questi maestosi monumenti non sono mancati fin dall’antichità. Nel v secolo a. C. Erodoto fu il primo di una lunga schiera di esploratori che viaggiarono in Egitto nel tentativo di decifrarne i segreti e tornò in patria con molti racconti fantastici che dettero vita a tenaci leggende. Scoperte piú recenti, alcune delle quali guidate dallo stesso Hawass, forniscono oggi importanti informazioni che gettano nuova luce sulla vita dei faraoni e dei costruttori reali. Questi costruttori non erano schiavi, come per lungo tempo si è erroneamente pensato, e tantomeno extraterrestri, ma artigiani specializzati che lavoravano, volontariamente, con fierezza e orgoglio, per il grande progetto del regno e per la gloria del proprio signore. Zahi Hawass, archeologo di fama mondiale e conservatore ufficiale dei tesori senza tempo dell’Egitto, incrocia la ricostruzione di una complicata saga famigliare (quella della quarta dinastia dell’Antico Regno) con le ultime scoperte archeologiche, descritte con competenza e precisione scientifica, dando vita al singolare racconto di una civiltà che non smette mai di affascinare con i suoi eterni misteri.
Nell’attesa che nuove prove emergano dalla sabbia del deserto continua cosí la grande avventura dell’archeologia.

«Anno 2609 a. C. (all’incirca). Guardando indietro attraverso la sabbia del tempo, possiamo vedere il re Cheope appena incoronato stagliarsi, in compagnia dell’architetto capo Hemiunu, sul deserto altopiano di Giza, spazzato dal vento. Sono vicini, a poca distanza dall’ampio corteo di servitori personali che li accompagna ovunque vadano, e osservano il paesaggio tutt’attorno a loro. A occidente, volgendosi verso l’orizzonte dove il dio Sole muore ogni sera, si distingue, col suo giallo dorato sfumante nel deserto, la savana, allora ricca di animali selvaggi. A sud, a grande distanza, c’è la Piramide a gradini del faraone Djoser, che aveva regnato settantacinque anni prima inaugurando l’era delle costruzioni monumentali in pietra, di cui è ora erede Cheope. Piú a sud, rimpicciolite dalla distanza, ci sono tre delle piramidi edificate dal padre di Cheope, il gran re Snefru.
[…]
Naturalmente, questa scena è immaginaria. In realtà, non sappiamo come e quando Cheope venne per la prima volta a Giza e la scelse come sua eterna dimora. Non sappiamo chi possa averlo accompagnato e neanche se abbia veramente esplorato il sito passeggiando (probabilmente non posava mai il piede a terra nel corso delle uscite pubbliche). Non sappiamo per certo che età avesse quando divenne re, anche se siamo in grado di fare delle valide ipotesi. Neppure ne conosciamo l’aspetto: l’unica immagine sicura che abbiamo di lui è una piccola statuetta d’avorio. Ma conosciamo moltissimo del mondo in cui visse e stiamo scoprendo ancora di piú grazie agli scavi attualmente in corso a Giza». 

Info:

2007, Saggi EINAUDI;pp. VIII-22 € 19,5
ISBN 8806185284


Fonte: Einaudi Editore
Cronologia: Egittologia

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