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VENEZIA – il parco della laguna, ora ci sono le condizioni

Nell’area umida ad alto interesse archeologico più grande del mondo è possibile coniugare salvaguardia e sviluppo di GRAZIANO TAVAN.
Un parco, prima che sia troppo tardi. Prima che la laguna venga depredata dei suoi tesori, depauperata del suo patrimonio floro-faunistico, stravolta nel suo eco-sistema, avvelenata nelle sue componenti fondamentali, sommersa da un mare di carte, normative, decreti, circolari dagli enti più disparati che alla fine contribuiscono con la loro non-applicabilità al suo irrimediabile degrado.
La laguna di Venezia, con i suoi quasi trecento siti archeologici sommersi e semisommersi, costituisce la più grande area umida del mondo con diffuso interesse archeologico. La conservazione di questi siti in laguna è minacciata da fenomeni naturali e antropici, tra cui l’erosione del fondale lagunare, il degrado dei reperti a opera di agenti chimici e organismi marini, l’aratura del fondale per la pesca di molluschi, il traffico natante e il vandalismo. In questo contesto la salvaguardia dei beni archeologici può essere perseguita solo mediante un sistema coordinato di interventi preventivi e di messa in sicurezza che tenga conto sia dei processi naturali che della frequentazione antropica della laguna.
Ma sui 550 chilometri quadrati della laguna di Venezia, dalla foce del Sile a nord alla foce del Brenta a sud, non ha competenza solo il ministero per i Beni culturali attraverso le soprintendenze e il nucleo di archeologia umida e subacquea del centro e alto Adriatico (Nausicaa). Anzi, la tutela del patrimonio archeologico deve fare i conti con gli interventi, gli interessi e i doveri istituzionali di molti altri enti, a partire da Ca’ Farsetti e dagli altri Comuni della gronda, Regione Veneto e Provincia di Venezia, e poi Magistrato alle Acque e Consorzio Venezia Nuova. Ognuno procede in base alle proprie conoscenze a disposizione e competenze.
Ora, dopo quasi tre anni di sperimentazioni e controlli, che hanno messo insieme forze, conoscenze e strumentazione di tutti gli enti coinvolti nel contesto laguna, diventa operativo il sistema di valutazione del rischio ambientale per i siti archeologici della laguna di Venezia.
Il progetto Archeorisk è stato co-finanziato dal ministero per l’Università e la ricerca (Cluster C29 Beni culturali) e realizzato dall’università Ca’ Foscari di Venezia, Nausicaa-Soprintendenza ai Beni archeologici del Veneto, Consorzio Venezia Ricerche e Thetis Spa, con la collaborazione di Venezia Tecnologie Spa, Consorzio Venezia Nuova, Idra, Cnr di Firenze, museo civico di Storia naturale di Venezia.
Il risultato è non solo la mappatura del rischio in laguna, con una scala di gravità e, di conseguenza, una priorità di intervento, ma anche un software (Dss) che costituisce il sistema di supporto alle decisioni. In pratica, una volta capito che per un sito archeologico può insorgere una situazione di rischio (apertura di un cantiere, revisione di una concessione di pesca, sistemazione di un canale), ecco che il Dss fornisce gli strumenti per decidere priorità e tipi di intervento, tra una serie di soluzioni plausibili, ciascuna delle quali può avere vantaggi e svantaggi rispetto a una lista differenziata di parametri (ambientali, economici, politici…). “Con Archeorisk”, spiegano al consorzio Venezia Ricerche, “la salvaguardia del patrimonio archeologico si unisce in una gestione integrata dell’ambiente lagunare. L’intensità di rischio indica l’urgenza di intervento, mentre l’individuazione delle sorgenti di rischio più rilevanti, così come l’analisi dei costi, guidano nelle scelte delle azioni di salvaguardia future”.
Tutela ambientale e tutela archeologica sono dunque destinati ad andare di pari passo con la difesa delle economie territoriali. “La laguna di Venezia”, sostiene Luigi Fozzati direttore di Nausicaa, “ha bisogno della costituzione di un parco perché la difesa dell’ambiente significa difesa dei siti archeologici che sono la storia di Venezia e del suo territorio”.
E su questo tema che occuperà il dibattito politico dei prossimi anni, l’assessore comunale Paolo Cacciari avrebbe già espresso -seppur informalmente- che esiste sintonia con la volontà politica dell’amministrazione di valutare la necessità concreta di un piano progettuale per istituire il parco della laguna, prima che sia troppo tardi.
Fonte: Presstoday 09/01/03
Autore: Redazione – Il Gazzettino on line
Cronologia: Arch. Italica

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