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TRIESTE. Muro di duemila anni fa scoperto in Piazza Hortis.

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Piazza Attilio Hortis restituisce le antiche tracce della Trieste Romana e Medievale: gli scavi archeologici, condotti nella corte centrale del Palazzo Maurizio-Biserini, hanno svelato il contorno di un imponente muro diagonale alla corte, risalente al I secolo d.C, a cui segue, ormai nei secoli del crollo dell’impero romano, una torre e infine in età medievale orti e orticelli prospicienti alle chiese e ai conventi della zona.
In uno spazio così ristretto l’archeologia svela così un’incredibile messe di informazioni, delineando con efficacia la progressiva decadenza della città dall’età romana ai primi secoli dei regni romano-barbarici. Il palazzo Maurizio-Biserini, presso cui da tempo fervono i lavori, è noto come l’ex sede della Biblioteca Civica e del Museo di Storia Naturale.
La campagna archeologica si inserisce infatti all’interno dei lavori commissionati dal Comune di Trieste per il restauro del piano terra della Biblioteca Civica, finanziati dal “Piano Integrato di Sviluppo Sostenibile – PISUS – Trieste attiva: cultura, turismo, sostenibilità”.
Gli scavi stratigrafici hanno dapprima individuato un possente muro che si dispone in diagonale lungo l’intera superficie della corte ed è con ogni probabilità da mettere in relazione con la strada litoranea documentata a partire dal I secolo d.C., di cui sono stati già individuati diversi tratti da via del Teatro romano, alla adiacente area retrostante l’edificio della Curia Vescovile (dove scavi dell’ultimo decennio avevano già riportato in luce anche i resti di una villa di età romana imperiale e alcune sepolture più tarde).
La struttura muraria è connessa con opere di terrazzamento e sistemi di drenaggio e canalizzazioni, che erano disposte lungo l’ultima falda del pendio collinare affacciata sull’antica fascia costiera.
L’attuale ritrovamento conferma quindi l’andamento della strada a suo tempo ipotizzato, ma rivela anche come essa iniziasse già qui a salire, probabilmente diretta verso l’attuale isolato dei Santi Martiri, che pure aveva restituito nell’ottocento resti di edifici abitativi. Inoltre si è evidenziato come in questo settore urbano la costa dovesse essere più avanzata, perché sul lato mare e su un terrazzo inferiore rispetto al tracciato viario si addossavano resti di altri edifici.
Questo complesso sistema di canali e fortificazioni, testimonianza di pesanti investimenti a favore della città, viene usurpato, successivamente, da una gargantuesca struttura, difficile da interpretare; sembra essere una torre (difensiva?) risalente al IV o al V secolo, che bene corrisponde alla crisi politica e militare del periodo. La torre, perpendicolare alle opere idriche di terrazzamento, è perpendicolare ai resti della strada.
Scarso interesse, infine, per gli strati più recenti: per lo più riporti, risalenti all’età basso-medievale, quando la zona veniva coltivata al servizio dei conventi nell’area.
L’intervento archeologico è stato eseguito sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli-Venezia Giulia (Paola Ventura) da parte di ArcheoTest Srl, incaricata dall’A.T.I. CP Costruzioni S.r.l. (Trieste)/2R Impianti S.r.l. (Azzano X), appaltatrice dei lavori principali per conto del Comune di Trieste, Servizio Edilizia Pubblica.

Autore: Zeno Saracino

Fonte: www.triesteallnews.it, 17 ottobre 2019

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