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SUD AFRICA. L’antica convivenza degli ominidi africani.

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Circa 2 milioni di anni fa, tre generi di ominidi – Australopithecus, Paranthropus e un Homo erectus arcaico – hanno vissuto contemporaneamente nella stessa zona dell’attuale Sudafrica. Lo rivela una nuova analisi della stratigrafia del sito di Drimolen, un ricco giacimento fossilifero, scoperto nel 1993, famoso per il ritrovamento di numerosi frammenti di scheletri di ominidi diversi.
Andy Herries e colleghi, autori dell’articolo apparso su “Science”, hanno usato una combinazione di sofisticate tecniche di datazione per studiare la cronologia della cava principale di Drimolen, stabilendo in particolare l’età di due frammenti di crani fossili recentemente recuperati nel sito, risalenti a 2,04-1,95 milioni di anni fa.
Il primo, indicato dalla sigla DNH 152, rappresenta il più antico esemplare noto di Parantropus robustus, mentre il secondo, indicato come DNH 134, è il più antico fossile di cranio con chiare affinità con Homo erectus.
I risultati forniscono la più precisa datazione mai ottenuta di resti di ominidi in Sudafrica e retrodatano di almeno 100.000 anni la prima apparizione del più antico H. erectus nella regione, un risultato che ha conseguenze importanti anche per l’evoluzione degli esseri umani moderni.
“Fino a questo ritrovamento, abbiamo sempre supposto che l’origine di questa specie fosse da collocare nell’Africa orientale” ha spiegato Stephanie Baker, dell’Università di Johannesburg, coautrice dello studio.
“Ma DNH 134 mostra che Homo erectus, uno dei nostri diretti antenati, forse proviene invece dall’Africa del sud: ciò significherebbe che in seguito si sono spostati verso nord in Africa orientale; da lì hanno poi attraversato il Nord Africa per popolare il resto del mondo”.
Lo studio ha permesso di ricostruire anche il contesto geologico dell’epoca: dal confronto con altre prove i ricercatori hanno concluso che il sito riflette un periodo di transizione dell’Africa meridionale dominato da una notevole variabilità climatica, che ha portato a una sempre maggiore aridità. Questo ambiente era caratterizzato da specie autoctone, come l’australopiteco, che però era già in via di estinzione, quando nuovi generi ominidi come Homo e Parantropus sono comparsi nella zona. E proprio i cambiamenti climatici hanno probabilmente avuto un ruolo importante nel determinare il vantaggio adattativo di H. erectus.
Paranthropus e Australopithecus si sono evoluti in climi caldi e umidi, ed erano abituati a quelli, ma a un certo punto il clima si è fatto più freddo e secco”, ha concluso Baker. “Gradualmente, le aree coperte da foreste si sono ridotte e sono state sostituite dalle praterie e dalla savana africana che si vede tutt’ora. In definitiva, H. erectus, più mobile e sociale degli altri ominidi, ha saputo adattarsi meglio a questo clima più fresco”.

Fonte: www.lescienze.it, 3 apr 2020

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