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SUD AFRICA. La dieta eclettica dell’austrolopiteco e quella da predatore di Homo.

L’analisi isotopica dello smalto di denti fossili di tre antichi ominidi dei generi Australopithecus, Paranthropus e Homo indica che quest’ultimo aveva già raggiunto il vertice della catena alimentare e godeva di un ricco apporto di proteine animali, ben superiore a quello del suo predecessore australopiteco.
Che cosa mangiavano i nostri più antichi antenati?
Australopithecus aveva gusti più eclettici di Homo, che a sua volta aveva una dieta più varia di un altro ominide imparentato, Paranthropus. La scoperta arriva da uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Witwatersrand a Johannesburg dell’Ecole Normale Supérieure di Lione e dell’Università Paul Sabatier di Tolosa, che firmano un articolo pubblicato su “Nature”.
Per arrivare alle loro conclusioni, gli scienziati hanno condotto un’analisi dei denti fossili andando alla ricerca delle firme isotopiche di elementi chiave rilevabili in tracce nello smalto, in particolare stronzio e bario, che dopo essere stati ingeriti si accumulano nei tessuti animali, denti compresi. E’ noto che i livelli di questi elementi diminuiscono via via che si sale nella catena alimentare.
La dieta eclettica dell’austrolopiteco e quella da predatore di Homo Mr. Ples, il cranio di australopiteco meglio conservato, ritrovato nel sito diSterkfontein.
Grazie a un dispositivo di ablazione laser, che ha permesso di testare piccolissime quantità di materiale fossile, seguendo i prismi di accrescimento dello smalto dentale, è stato possibile ricostruire i cambiamenti dietetici per ogni singolo ominide.
Dai dati raccolti risulta che Paranthropus avrebbe avuto con la dieta più specializzata, basata esclusivamente su vegetali, mentre Homo sarebbe già stato ai vertici della catena alimentare con indici isotopici quasi indistinguibili da quelli dei carnivori, un fatto che, secondo gli autori, potrebbe aver contribuito all’aumento delle dimensioni del cervello.
Sia pur ricorrendo a un minor consumo di carne, anche Australopithecus non disdegnava questo alimento, a integrazione di una dieta che comprendeva sia frutti di piante legnose, sia foglie, secondo una composizione che sembra variasse stagionalmente.
La dieta eclettica dell’austrolopiteco e quella da predatore di HomoPrimo molare superiore di uno dei più antichi fossili di Homo ritrovati. (Cortesia José Braga  Didier Descouens).
Tuttavia, la definizione esatta dell’evoluzione della dieta di Homo necessita ancora di ulteriori studi, come risulta dal confronto tra questa ricerca e i risultati di altri studi – discussi anche in un articolo recentemente pubblicato on line da “Scientific American” – che propendono per un’altra conclusione. E’ possibile che almeno una parte del problema risieda in ciò che si intende per “carne”, o più precisamente con “proteine di origine animale”. Non è infatti da escludere che la fonte di queste proteine fosse molto diversa da quella che potremmo immaginare, e fosse in realtà costituita in misura non indifferente da insetti.

Fonte
: Le Scienze.it, 13/08/2012
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