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ROMA. Presentato il museo virtuale dell’Iraq.

Inaugurato alla Farnesina il ‘Museo virtuale dell’Iraq’, ovvero un progetto nato da un protocollo d’intesa stipulato nel dicembre 2005 tra il Ministero degli Affari Esteri e il Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Il Museo Virtuale, visitabile sul sito www.virtualmuseumiraq.cnr.it, non si sovrappone a quello reale di Baghdad, ma si presenta come una selezione delle opere piu’ significative del territorio iracheno e della sua plurimillenaria civilta’. Comprende anche dei manufatti custoditi nei musei di tutto il mondo. Il Ministero degli Affari Esteri, attraverso la Task Force Iraq che ha operato inizialmente presso la Direzione Generale per i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente, ha promosso e finanziato l’intero progetto, per un ammontare di circa tre milioni di euro, nel quadro di una missione che ha visto l’Italia operare in prima linea per la stabilizzazione e la ricostruzione dell’Iraq.
Tale impegno a favore del patrimonio culturale del paese trovera’ completamento in un ambizioso progetto che la Farnesina, grazie alla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo, si appresta a intraprendere in collaborazione con il Ministero dei Beni Culturali. E’ in particolare prevista la completa riabilitazione delle strutture del Museo Nazionale dell’Iraq, la conservazione del patrimonio e la gestione del sistema museale fornendo le tecnologie e tecniche piu’ avanzate tra cui un sistema GIS (sistema informativo territoriale per il coordinamento delle banche dati).
‘Il presidente Fini che nel 2005 era ministro degli Esteri avvio’ questo progetto, realizzato dal CNR, e il ministro Bondi ha seguito sin dall’inizio di questo governo Berlusconi le sue fasi finali’, ha spiegato il capo della diplomazia Frattini, aggiungendo: ‘Personalmente ho preso parte all’apertura del Museo di Baghdad e questo museo virtuale ha un vero valore aggiunto: consentira’ a coloro che non possono recarsi nella capitale irachena di scoprire i reperti straordinari li’ conservati’. Il Museo dell’Iraq fu saccheggiato nel 2003 e ‘molti nostri tecnici presenti in quel paese – tra i quali archeologi, restauratori e carabinieri – hanno fortemente contribuito al restauro e alla valorizzazione dei suoi straordinari reperti’, ha sottolineato il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi, il quale ha coinvolto il ministro della cultura iracheno in una iniziativa di lotta al traffico illegale di reperti archeologici che sara’ proposta dall’Italia nel corso del G8.
Frattini ha poi ricordato che Roma ha stanziato piu’ di 400 milioni di euro per l’Iraq, aggiungendo che ‘l’Italia intende essere un attore primario in molti campi ma soprattutto in quello del restauro, della salvaguardia e della promozione del patrimonio culturale’. Il presidente della Camera Fini ha affermato che ‘la realta’ irachena e’ complessa’ e che ‘per far nascere la democrazia era necessaria una identita’ culturale che fosse un punto di riferimento comune’. Collegandosi al sito internet, l’appassionato di archeologia si trovera’ di fronte ad ‘accessi’ in italiano, inglese e arabo; ad accoglierlo e’ il volto enigmatico della Dama di Uruk, capolavoro della civilta’ sumerica, che affiora come un emblema nella home page. Otto sono le sale da ammirare e ciascuna corrisponde ad una fase storica della Mesopotamia antica: preistoria, periodo sumerico, accadico, neosumerico, assiro, babilonese, achemenide e seleucide. Ogni ambiente si presenta con un allestimento diverso ed ospita manufatti con tre livelli di approfondimento: una ‘scheda’ illustra la provenienza, il materiale, le dimensioni, la cronologia, il luogo di conservazione, ed e’ corredata da un testo descrittivo scientifico; la voce ‘explora’ consente di ammirare la ricostruzione 3D dell’oggetto, realizzata fedelmente grazie a tecnologie scanner laser di acquisizione tridimensionale; infine, alcuni reperti sono spiegati da un filmato di tre/quattro minuti.
Passando da una stanza all’altra, accompagnato dalla musica, il visitatore passa in rassegna opere di capitale importanza: dal Vaso di alabastro di Tell Es Sawwan (6200-5700 a.C.), all’Elmo in lamina d’oro di Meskalamdug (2450 a.C.), re della citta’ di Ur; dal Pannello invetriato di Nimrud (IX secolo a.C.) alla Lastra raffigurante i sudditi assiri (VIII sec. a. C) ai preziosi avori di quell?epoca. In tutto, 70 reperti dei quali 40 con ricostruzioni 3D. Il sito contiene anche 22 filmati e 18 elaborazioni cartografiche di siti archeologici, visitabili in circa 6 ore di navigazione.


Fonte: MiBAC – Ministero per i Beni e le Attività Culturali 09/06/2009
Link: http://www.virtualmuseumiraq.cnr.it

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