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ROMA. Dopo sei anni di lavori riapre il Lapidarium di Palazzo Venezia.

La Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano ha presentato al pubblicò l’ultimazione dei Lavori per il nuovo “Lapidarium” del Museo Nazionale del Palazzo di Venezia allestito nel loggiato superiore del suggestivo e fino ad ora completamente inedito giardino segreto di Papa Barbo (il quattrocentesco chiostro del Palazzetto di Venezia, detto anche di San Marco).

Si è voluto così festeggiare la conclusione di un complesso e articolato programma di lavoro di riqualificazione della struttura architettonica del loggiato, collocato allo stesso piano del Museo e allestito con 120 reperti marmorei.

Il “Lapidarium” verrà aperto al pubblico proprio come una nuova “stanza” e permetterà ai visitatori un “viaggio tra i frammenti della storia” in uno spazio segreto di Roma.

Il lungo e paziente lavoro, durato sei anni, è consistito nell’individuazione e catalogazione dei reperti marmorei, prevalentemente frammenti di età romana (II-III secolo d. C.), medioevale (IX-XIV secolo) e rinascimentale (XV secolo), sparsi nei giardini e nei loggiati del Palazzo dal 1910 in poi e per i quali non era mai stato pensato un allestimento; nello studio scientifico relativo alla provenienza per restituire loro, quanto più possibile, un compiuto senso storico; nel restauro e nella sistemazione museografica. Sono esposti sarcofagi, frammenti di rilievi classici, are funerarie, elementi architettonici, stemmi, lastre tombali, insegne, fontane, transenne marmoree, frammenti di sculture.

Si tratta di marmi provenienti in parte dalla risacca dei grandi lavori di sterro, demolizione e ricostruzione del Palazzetto di Venezia, avvenuta nel 1909-10 per dare visibilità al monumento a Vittorio Emanuele II.

Lavori destinati a cambiare inesorabilmente il volto di Piazza Venezia e di tutta l’area circostante. E in parte dagli sventra menti e dalle relative modificazioni del tessuto urbano che si andavano attuando per la creazione di Roma Capitale. Trasformazioni che fecero affluire nei pubblici depositi una grande massa di materiali lapidei.

Nella nuova sistemazione è anche inserito un gruppo di marmi archeologici provenienti dalla cinquecentesca collezione Mattei pervenuta a Palazzo Venezia nel 1933.


Fonte: Secolo d’Italia 06/07/2006
Cronologia: Arch. Romana

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