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Mohsen VEYSI. Realtà virtuale per l’antichità: dal disegno alla tecnologia.

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Fig.-1-–-Charles-Chipiez-Vista-a-volo-duccello-su-Persepoli

Il filosofo tedesco Edmund Husserl, in Fantasia, coscienza dell’immagine e memoria (1898-1925), distingue tra “presentazione” e “ri-presentazione”. Husserl caratterizza la “presentazione” come percezione e la “ri-presentazione” come memoria, aspettativa e fantasia. Definisce la percezione come presentazione perché nella percezione l’oggetto percepito è presente di fronte a colui che percepisce, mentre gli oggetti di memoria, attesa e fantasia sono assenti.

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Fig.-2-–-Vista-a-volo-d’uccello-su-Persepoli-Shiraz-Iran-2010-©-Mohsen-Veysi

La memoria rappresenta qualcosa di legato al passato, mentre l’aspettativa rappresenta qualcosa di legato al futuro. Sebbene gli oggetti della memoria e delle aspettative non siano presenti, esistono nel passato o nel futuro. La memoria è l’atto di ricordare qualcosa che è stato percepito in passato; l’aspettativa è l’atto di visualizzare qualcosa che esisterà e sarà percepito in futuro. La fantasia, invece, rappresenta un oggetto che non esiste nel mondo materiale; la fantasia ci porta nel suo mondo, dove siamo liberi di immaginare qualsiasi cosa desideriamo.
Tra tutti i media visivi il disegno, in quanto uno dei più antichi, ha sempre aiutato l’uomo a materializzare la sua percezione, i suoi ricordi, le sue aspettative e le sue fantasie. Ciò che rende il disegno un mezzo popolare, dal Paleolitico fino a oggi, è la sua praticità d’uso. Una linea eseguita da un semplice strumento su un piano di appoggio può catturare un momento percepito in un determinato tempo e luogo, e immortalarlo. Può ricostruire un ricordo presente da qualche parte, talvolta, nel passato, ed esprimere un’aspettativa per il futuro, portandoli al tempo e al luogo presenti. Infine, può visualizzare una fantasia da nessun luogo o tempo precisi e portarla a quelli presenti.

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Fig.-3-–-Charles-Chipiez-Facciata-del-Palazzo-di-Dario-a-Persepoli

La definizione tradizionale di disegno è una replica o un sostituto di qualcosa o qualcuno che c’era, ma non lo è più. Nel corso della storia molti artisti hanno combinato le loro fantasie con le loro capacità di disegno per ricreare qualcosa che esisteva nel passato ma che non hanno mai visto. I migliori esempi di questo tipo sono i disegni virtuali dell’architetto francese Charles Chipiez, anche insegnante di disegno presso l’École Spéciale d’Architecture.
Durante due decenni, dal 1880 ai primi del Novecento, la sua collaborazione con l’archeologo francese Georges Perrot ha dato vita alla Storia dell’arte nell’antichità in luoghi come l’antica Grecia, Persia, Egitto, Caldea, Assiria, Frigia, Lidia, Licia, Sardegna, Giudea e Siria. Il testo di quest’opera monumentale, pubblicata in diversi volumi, è accompagnato dalle magistrali illustrazioni di Chipiez raffiguranti gli antichi monumenti.

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Fig.-4-–-Palazzo-di-Dario-a-Persepoli-Shiraz-Iran-2010-©-Mohsen-Veysi

Le figure n. 1, 3 e 5, sono ricostruzioni virtuali dell’antica città di Persepoli, la capitale dell’Impero persiano Achemenide (ca. 550-330 a.C). La città in rovina, che dal 1979 è stata riconosciuta patrimonio mondiale dell’UNESCO, si trova a circa 57 chilometri a nord-est di Shiraz, nel sud-ovest dell’Iran. La figura n. 1 mostra una veduta a volo d’uccello di Persepoli, la figura n. 3, rappresenta una vista di Trachara, il palazzo di Dario il grande (550-486 a.C.), e la figura n. 4 mostra la Sala delle cento colonne, o Sala del Trono.
In confronto alle immagini originali (fig. 2, 4 e 6), vediamo come una combinazione delle capacità di disegno dell’architetto e della conoscenza archeologica di Perrot riporti in vita le rovine dell’antica città. Nei disegni di Chipiez, la percezione, l’aspettativa e la fantasia si scontrano per richiamare il ricordo di Persepoli, un tempo una delle città più ricche e importanti del mondo. I suoi disegni virtuali trascendono il tempo e il luogo e ricostruiscono ciò che una volta è stato creato, portandolo ai tempi presenti.

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Fig.-5-–-Charles-Chipiez-Sala-delle-cento-colonne-a-Persepolis

In Ways of Seeing (1972) John Berger sostiene che lo sviluppo della tecnologia porti l’opera d’arte a chi guarda. Scrive: “Quando un dipinto mostrato in televisione entra in casa dello spettatore […] Entra nell’atmosfera della sua famiglia […] grazie alla telecamera, il dipinto ora viaggia verso lo spettatore piuttosto che lo spettatore verso il quadro” (pagg. 19-20). Oggi la tecnologia dell’informazione e della comunicazione digitale vanno oltre il tempo e lo spazio, portando il passato al presente. I disegni di Chipiez, che avevano lo scopo di ricreare immagini dei tempi antichi e portarli nell’Ottocento (quando furono creati e i libri furono pubblicati), sono ora disponibili per chiunque sia connesso a Internet in qualsiasi luogo del mondo.
Le moderne tecnologie di modellazione digitale 3D e realtà virtuale (VR), invece, ci danno la possibilità di creare un mondo virtuale simile a quello fisico reale. Le tecnologie 3D e VR hanno rivoluzionato la ricostruzione virtuale di monumenti storici e culturali e di siti archeologici. In questo modo i monumenti antichi potrebbero essere ricostruiti in maniera molto realistica. Un ottimo esempio di questo tipo è un breve documentario intitolato Persepolis: Hauptstadt Persiens (CC BY-SA 4.0) (Persepoli: capitale della Persia). Il documentario inizia con l’attuale visione di Persepoli, e mentre spiega la storia dell’antica città dall’inizio del 500 a.C., continua con la ricostruzione virtuale della stessa fino al 330 a.C., quando il re macedone Alessandro Magno rase al suolo Persepoli e portò via i suoi enormi tesori. La clip ‒ che fa parte dei documentari Terra X dell’emittente televisiva di servizio pubblico tedesca ZDF ‒ può essere guardata qui.

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Fig.-6-–-Sala-delle-cento-colonne-a-Persepoli-Shiraz-Iran-2010-©-Mohsen-Veysi

I disegni virtuali di Chipiez di Persepoli potrebbero essere considerati gli antenati delle costruzioni virtuali contemporanee dell’antica capitale dell’impero achemenide. Ma in contrasto con i disegni virtuali, che sono ricostruzioni bidimensionali di una scena che cattura il senso della vista dello spettatore, le ricostruzioni tecnologiche virtuali sostituiscono le rovine con una realtà tridimensionale simulata che trasporta lo spettatore in un mondo tra passato e presente, fantasia e realtà. Sebbene ogni giorno la tecnologia domini di più la vita contemporanea, l’antico mezzo del disegno attrae ancora molti artisti contemporanei che lo usano come mezzo principale o come uno dei loro mezzi primari.

Autore: Mohsen VEYSI

Fonte: www.artribune.com, 22 dic 2020

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