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POZZUOLI (NA). Crollo allo stadio di Antonino Pio. L’Opus Vittatum finisce sulla Cumana.

In località la Starza, nei pressi della fermata Cantieri della Cumana, un grande frammento murario d’epoca romana, facente parte del complesso dello stadio di Antonino Pio, è rovinato al suolo. Il cedimento è avvenuto a pochi metri dalla linea ferroviaria.
A denunciarlo è Cristiano Fiorentino, portavoce di «Puteoli, un patrimonio archeologico da salvare»: «Il costone era già a rischio frane, questo grave episodio crea ulteriore allarme, occorre intervenire con urgenza».
Il pezzo di muro in «Opus Vittatum» crollato nei pressi della fermata Cantieri della Cumana-circumflegrea è formato di tufo e malta.
«Con ogni probabilità il crollo è pertinente ad ambienti del fronte meridionale dello stadio di Antonino Pio – spiega Fiorentino – lo conferma anche l’incrocio grafico con la carta archeologica di Puteoli».
La struttura che ospitava gli Eusebeia, giochi ginnici quinquennali sull’uso di Olimpia, nel corso dei secoli soggetto ai fenomeni tellurici che caratterizzano la zona, crollò nel settore nord sottraendo un’ampia parte dell’arrivo curvo, lo sfendone. Nel 1932 l’amministrazione fascista per ampliare il tracciato della Via Domitiana decise di tagliare letteralmente in due la pianta dello stadio e buona parte della pista.
«Il costone che sovrasta la linea della Cumana, è un inestimabile tesoro archeologico a cielo (semi)aperto – continua Fiorentino – “il sito, oltre ad ospitare i resti dello stadio puteolano, fu scelto dai patrizi romani dotati di ampi patrimoni che soprattutto nel periodo Imperiale fecero a gara per accaparrarsi l’angolo più panoramico e costruire la propria villa».
«Il costone della Starza a Pozzuoli era paragonabile all’attuale “Via Orazio” o “Via Posillipo” a Napoli ma oggi è in grave pericolo, così come sono in pericolo abitazioni, pedoni e pendolari. E’ importante agire tempestivamente perché ogni giorno e soprattutto a causa dell’erosione marina e degli agenti atmosferici, il processo di disgregazione continua. Potrebbero esserci altri crolli che metterebbero a rischio anche la popolazione».

Fonte: Corriere del Mezzogiorno

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