Quando gli apostoli Pietro e Paolo riuscirono, seguendo itinerari diversi, a raggiungere la capitale dell’impero romano, quest’ultima già accoglieva un nucleo non debole di cristiani.
La stessa Lettera di san Paolo e quella del vescovo di Antiochia, Ignazio, attestano una presenza di fedeli capace di costituire un interlocutore serio, non generico.
Sul piano organizzativo i cristiani si riunivano in piccoli gruppi in quelle case che, per dimensioni, potevano accogliere un certo numero di persone per la celebrazione liturgica. In questa fase degli inizi si verificò un primo dramma con le decisioni neroniane (64-67 d.C.) alle quali seguirono, in un modo discontinuo, ulteriori momenti dolorosi.
Tra i seguaci di Cristo, pur nelle ore di prova, non venne meno un collegamento. Ciò si realizzò soprattutto in ambito privato. In tale contesto, nelle ore più drammatiche, furono scelti dei modi per comunicare messaggi senza correre il rischio di essere arrestati e condannati.
Al riguardo, vennero utilizzati soprattutto dei simboli…
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Autore: Pier Luigi Guiducci – plguiducci@yahoo.it