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Michele Zazzi. Sarcofago dello Sperandio.

Prende il nome della necropoli in cui fu rinvenuto nel 1843, che si trova nei pressi della Villa dello Sperandio a Perugia.
Il sarcofago, con coperchio displuviato e zampe leonine, fu realizzato in pietra fetida ed è databile al 500 a.C. circa. Viene ritenuto di produzione chiusina: potrebbe essere stato costruito in una bottega di Chiusi e poi trasportato presso la necropoli perugina oppure potrebbe essere stato prodotto in loco da artigiani provenienti da Chiusi.
Accanto al sarcofago furono ritrovate armi in ferro.

Sui due lati corti della cassa sono rappresentate scene di banchetto: tre personaggi maschili sono distesi su di una kline ed ai piedi del letto vi è un piccolo servitore.
Sul lato lungo è riprodotto un corteo (processione) di uomini e donne con animali. Apre il gruppo un giovane sbarbato al quale sono legati tre uomini barbuti con una fune al collo (prigionieri? ostaggi ?) carichi di masserizie (bottino?). Seguono il corteo, due donne, tre uomini con un cane e due cavalli carichi di masserizie. In chiusura vi sono altri personaggi maschili (5) ed un gregge di capre e bovini. Tutti gli uomini (salvo i prigionieri) sono muniti di aste appuntite, lance e bastoni. Un personaggio regge un lituo (sacerdote ?) ed una sciabola con lama ricurva (machaira).
La scena (un unicum nella produzione chiusina) è stata variamente interpretata come il ritorno di un condottiero vincitore da una guerra o da una razzia o come il trasferimento di un gruppo verso un territorio (da Chiusi a Perugia?).
Il defunto, considerati i temi rappresentati sul sarcofago (corteo e banchetto) ed il corredo funebre, doveva appartenere ad una famiglia aristocratica di Perugia (o di Chiusi trapiantata a Perugia).

Il monumento è esposto nel Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria a Perugia.

Autore: Michele Zazzi – michele.zazzi@alice.it

 

 

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