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KENYA. I comportamenti complessi precedono Homo sapiens.

images from the prehistoric site of Olorgesailie, Kenya

Già 320.000 anni fa, nel bacino di Olorgesailie, in Africa orientale, popolazioni del genere Homo scambiavano materiali con gruppi distanti, usando pigmenti colorati e producendo utensili sofisticati. La scoperta, illlustrata su “Science” in tre diversi articoli da un gruppo internazionale di paleoantropologi, retrodata notevolmente la comparsa di tecnologie e abitudini di vita che si credevano esclusive di Homo sapiens.
La presenza del genere Homo nel bacino di Olorgesailie è stata datata a circa 1,2 milioni di anni fa e le analisi hanno stabilito che le popolazioni usarono per centinaia di migliaia di anni grandi utensili di pietra chiamati bifacciali. A partire dal 2002, tuttavia, nell’area sono stati scoperti utensili litici più piccoli e meglio conformati, che alla datazione isotopica si sono rivelati sorprendentemente antichi, perché risalenti a 320.000-305.000 anni fa. Si tratta di strumenti sapientemente lavorati per compiti più specializzati: punteruoli, raschietti o punte da vincolare a manici per realizzare per esempio un’arma da caccia.
A guidare da 30 anni il programma di scavi nel sito di Olorgesailie, in collaborazione con il Museo nazionale del Kenya, è Rick Potts, direttore dello Human Origin Program del National Museum of Natural History della Smithsonian Institution, di Washington, negli Stati Uniti. Proprio Potts è l’autore principale del primo articolo apparso su “Science”, che descrive le sfide adattative che i primi esseri umani affrontarono durante questa fase dell’evoluzione.
Le prove geologiche, geochimiche e paleobotaniche raccolte indicano che, a partire da 360.000 anni fa, la regione fu interessata da un lungo periodo di instabilità climatica. Nello stesso periodo, il territorio fu profondamentealterato dai terremoti. Alcuni ricercatori hanno proposto che il progressivo inaridimento dell’ambiente abbia stimolato una graduale evoluzione umana. Potts e colleghi invece ipotizzano che le sfide poste dalle flutt uazioni climatiche agli abitanti del bacino di Olorgesailie furono di stimolo al progresso tecnologico e allo sviluppo delle strutture sociali, garantendo un più sicuro approvvigionamento di risorse durante i periodi difficili.
Una delle scoperte cruciali è che mentre i bifacciali più antichi erano realizzati con pietra locale, le punte più recenti erano di pietra ossidiana, che non si poteva reperire nel bacino di Olorgesailie, ma solo in siti presenti in diverse direzioni e distanti da 20 a 90 chilometri. Ciò indica l’esistenza già in quel periodo di una rete di scambi di materiali litici.
Il secondo studio, firmato da Alison Brooks, docente di Antropologia della George Washington University e colleghi, è invece focalizzato sulle prove dei primi scambi di risorse e di uso dei materiali per colorare nel bacino di Olorgesailie.
I reperti indicano che gli ominidi che abitavano la regione sfruttavano le rocce ricche di ferro per ricavare un pigmento rosso, suggerendo che questi ominidi fossero già dediti alla decorazione di oggetti, e quindi in possesso di un pensiero simbolico. I resti di animali, inoltre, indicano una strategia di caccia ad ampio spettro, con prede di ogni dimensione. Un dato fondamentale è la datazione dei reperti: essi infatti risalgono a 295.000-320.000 anni fa. Ciò porterebbe a retrodatare complessi comportamenti simbolici, tecnologici e socio-economici che finora venivano attribuiti solo a Homo sapiens e situati cronologicamente a meno di 200.000 anni fa.
Il terzo articolo, firmato da Alan Deino del Berkeley Geochronology Center e colleghi, illustra l’analisi dettagliata della cronologia dei reperti, basata fondamentalmente sugli isotopi dell’argo e dell’uranio. Questa nuova cronologia è utile non solo per approfondire la conoscenza dei reperti del bacino di Olorgesailie, ma serve anche come termine di confronto per lo studio di reperti trovati in altri siti del Kenya e dell’Africa e che complessivamente possono dare un quadro dei cambiamenti comportamentali correlati all’origine di Homo sapiens.

Fonte: www.lescienze.it, 15 mar 2018

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