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ISRAELE: Un primo responso all’annuncio della grotta di Giovanni il Battista.

Il 16 agosto del 2004, l’archeologo Shimon Gibson ha annunciato la scoperta di una grotta che ha voluto associare al ministero di Giovanni il Battista. L’annuncio è stato dato nel corso di una conferenza stampa con tanto di tour del sito, circa due settimane prima della pubblicazione del libro di Gibson, The Cave of John the Baptist: The Stunning Archaeological Discovery that has Redefined Christian History [La Grotta di Giovanni il Battezzatore: La Straordinaria Scoperta Archeologica che ha ridefinito la Storia Cristiana] .

Sette miglia ad ovest di Gerusalemme, sul terreno di Kibbutz Tzuba, la grotta è a sole due miglia e mezzo da Ein Kerem, il luogo di nascita di Giovanni il Battista secondo la tradizione. La grotta è in realtà una struttura sotterranea scavata nella pietra (lunga 80 piedi, ampia 13 e alta 16) con un’entrata tagliata orizzontalmente e 28 gradini da terra. L’intera struttura interna è intonacata. Una nicchia è stata incisa sulla parete destra, lungo le scale ed al fondo si trova un’ampia pietra ovale con l’impressione di un “piede destro” sulla sommità, associata ad un’altra nicchia incisa sulla parete di roccia. Dalla base dei gradini un camminamento di pietra conduce ad un’altra incisione nel pavimento dell’estremità più lontana della grotta.

L’intonaco delle pareti è stato datato geologicamente all’VII-VI secolo a.C. Incisi nel gesso vi sono rilievi schematici che ritraggono un uomo che tiene un bastone (ed indossa un indumento di pelle di animale?), un volto (solo la testa smembrata dal corpo?) ed una croce. Sono state trovate ceramiche romane e bizantine in grande quantità sotto e sopra il pavimento della struttura.

Gibson, che guida l’Unità Archeologica di Campo di Gerusalemme, un gruppo di ricerca privato, aveva identificato il sito nel 1999 e lo ha scavato nei successivi tre anni. Egli suggerisce che la pietra con “l’impressione di un piede” e la nicchia vicina, fossero usate in un rituale di abluzione con olio o acqua. La riserva d’acqua all’estremità lontana serviva come pozza per le immersioni. Le ceramiche trovate all’interno della struttura potrebbero essere state usate per pratiche rituali nel corso del Primo e del Tardo Periodo Romano. I monaci bizantini presumibilmente incisero i rilievi sulle pareti della grotta.

Secondo Gibson, i rilevi bizantini ritrarrebbero Giovanni il Battista, vestito con pelli di animali [Marco 1:6; Matteo 3:4 “Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi…”] ed il disegno della testa vorrebbe rievocare la sua morte [Matteo 14:10 “… e mandò a decapitare Giovanni nel carcere. La sua testa venne portata su un vassoio…” Marco 6:27-29]. La presunta connessione dei rituali d’acqua e la prossimità del luogo di nascita, nell’opinione degli scavatori, assocerebbero il sito a Giovanni. Gibson nota che quando Giovanni arrivò al Fiume Giordano aveva già sviluppato il suo concetto di battesimo, e ritiene che questi siano i luoghi in cui Giovanni maturò le sue convinzioni.

La scoperta di un sito associato a Giovanni il Battista sarebbe certo una scoperta archeologica importante ed emozionante. Ancora, le evidenze preliminari esposte nelle varie conferenze stampa al sito, non offrono evidenze significative che colleghino il sito al personaggio biblico. Non abbiamo ancora avuto modo di leggere il libro di Gibson, ma molti chiedono l’opinione della Associazione per le Ricerche Bibliche (ABR), così offriamo questo responso iniziale.

La reale collocazione del luogo di nascita di Giovanni tra “le colline delle campagne della Giudea” è sconosciuta – Ein Kerem è solo una tradizione. E le Scritture sono chiare, Giovanni non trascorse i suoi anni formativi sulle colline della Giudea – ma nel “deserto” [Luca 1:80 “Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele”]. La Bibbia non offre indicazioni che Giovanni abbia sviluppato le sue idee sulle colline presso casa. Del resto, nel I secolo i Giudei erano molto familiari all’idea del battesimo – un’immersione rituale in una mikveh sotterranea incisa nella pietra. Era una pratica religiosa quotidiana. Giovanni semplicemente volle attribuire un nuovo significato religioso a questa idea già ben radicata.

La struttura sotterranea intonacata potrebbe essere stata scavata inizialmente come una tomba, quindi nuovamente intonacata nella tarda Età del Ferro per essere usata come deposito per l’acqua. E’ troppo ampia per essere un mikveh (bagno rituale ebreo) del periodo del Secondo Tempio. La ceramica sembra indicare che potrebbe essere stata riutilizzata per altri propositi, perfino di natura rituale, nel corso del Periodo Romano. L’identificazione di Giovanni con i rilievi è un’ipotesi, soltanto, e non è facile determinare in modo univoco cosa gli ignoti autori abbiano voluto ritrarre. E’ possibile che Giovanni fosse venerato nel periodo bizantino in questo sito poco lontano dalla sua tradizionale città natale, ma questo è altro che ritenere che qui egli abbia sviluppato le sue idee sul battesimo da impartire ai suoi fedeli.

L’Associazione per le Ricerche Bibliche saluta con entusiasmo qualsiasi prova archeologica tesa a dimostrare la storicità del testo biblico, e le prove del passaggio di Giovanni il Battista sarebbero estremamente importanti, come l’attenzione riservata all’annuncio di Gibson da parte dei media ha ampiamente attestato. Sfortunatamente, i rapporti iniziali non offrono una connessione convincente con Giovanni il Battista come descritta nella Bibbia.

Su lato positivo, quindi, le teorie di Gibson hanno a fondamento un sito archeologico, e non reperti di provenienza incerta, in collezioni di mercanti d’arte o collezionisti anonimi. Vi è almeno un contesto archeologico che può essere esaminato e discusso. Sul lato negativo, le connessioni alla Bibbia sono dedotte sulla base di evidenze minime. La comunità accademica si sentirà legittimata ad affermare che le connessioni al testo biblico sono pretestuose e le evidenze inconsistenti, e avrà modo di ribadire che gli studiosi di archeologia biblica sono poco oggettivi o incompetenti.

Fonte: Newsletter Archeologica – newsarcheo@yahoo.it ABR Electronic Newsletter, September 2004 – http://www.biblearchaeology.org/ – 15/09/04
Autore: Eleonora Carta
Cronologia: Arch. Partico-Sasanide

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