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GRECIA. La via insulare delle migrazioni neolitiche.

mar egeo

mar egeoLe popolazioni del Neolitico potrebbero essere migrate in Europa dal Medio Oriente lungo diverse isole del Mediterraneo. È il risultato di uno studio di genetica pubblicato sui “Proceedings of the National Academy of Sciences” da Peristera Paschou, dell’Università “Democrito di Tracia” ad Alexandroupolis e colleghi di una collaborazione internazionale. Paschou e altri ricercatori hanno analizzato il DNA di soggetti europei, mediorientali e nordafricani ricostruendo la distribuzione geografica di specifiche varianti genetiche note come polimorfismi a singolo nucleotide e deducendone quindi le rotte seguite nelle migrazioni dei loro lontani antenati.
Il genoma degli europei mostra i segni di un mescolamento di geni delle antiche popolazioni paleolitiche, che colonizzarono il Vecchio Continente circa 35.000 anni fa, con quelli delle popolazioni neolitiche, originarie del Medio Oriente, che arrivarono in Europa circa 9000 anni fa. Incerte sono ancora le stime del contributo dei geni neolitici al genoma europeo, variabili, tra il 10 e il 70 per cento, secondo il tipo di analisi usata. Gli studiosi tuttavia concordano sul fatto che queste popolazioni mediorientali abbiano portato in Europa trasformazioni epocali, come nuove tecniche agricole e forse anche la lingua indoeuropea.
Ma quali rotte migratorie seguirono questi agricoltori neolitici? Le ipotesi, sostenute anche da scoperte archeologiche, sono tre. La prima, via terra, parte dal Vicino Oriente e passa per l’Anatolia, nell’attuale Turchia, e poi da lì attraverso il Bosforo e i Dardanelli verso la Tracia, nell’attuale Grecia, e va verso i Balcani. Una seconda via, marittima, passa per le coste turche e attraversa le isole del Mediterraneo, arrivando alle coste dell’Europa meridionale. La terza via parte dalle coste del Medio Oriente e attraversa invece le isole dell’Egeo e arriva in Grecia.
Per verificare quale di queste ipotesi sia la più verosimile, Paschou e colleghi hanno raccolto campioni di DNA da circa 1000 individui appartenenti a 32 popolazioni diverse, provenienti da Europa, Medio Oriente e Nord Africa, e hanno cercato specifiche varianti denominate polimorfismi a singolo nucleotide, che riguardano differenze nei singoli “mattoni elementari” che costituiscono la catena del DNA.
Grazie a questo tipo di analisi, è possibile ricostruire come le caratteristiche possano variare con la geografia: le differenze tra il DNA di un europeo e quello di un africano aumentano andando da est verso ovest. In particolare, l’analisi dettagliata è compatibile con l’ipotesi che la maggior parte delle migrazioni del Neolitico abbiano seguito la rotta marittima, e nello specifico quella che collega la regione costiera dell’Anatolia, in Turchia, ed Europa meridionale, passavando per Creta e per le isole del Dodecanneso. Da qui, le popolazioni di agricoltori del Medio Oriente si sparpagliarono per tutta l’Europa del sud.

Fonte: NewsLetterr Le Sciente, 13 giu 2014

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